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10.000 passi al giorno (forse) possono evitarci di portare lo stress lavorativo a casa.

camminare riduce l'aggressività
Prendiamo 118 Studenti del MBA (Master in Business Administration uno dei più importante programma di specializzazione manageriale post-laurea esistente al mondo) impiegati a tempo pieno in un lavoro estremamente stressante, a stretto contatto con colleghi e superiori spesso aggressivi e maleducati e cerchiamo di monitorare la loro attività per qualche settimana. Teniamo traccia della quantità di sonno e della quantità di attività fisica che caratterizza le loro giornate. Raccogliamo dati sugli elementi di stress che devono gestire, come ad esempio comportamenti maleducati, offensivi e non etici da parte dei dirigenti e chiediamo ai loro familiari di dirci con che frequenza queste esperienze negative si traducono in comportamenti offensivi, irrispettosi e maleducati all'interno delle mura domestiche e arriveremo alle stesse conclusioni ottenute da un gruppo di ricerca dell'università della Florida. A parità di stress lavorativo chi tra i soggetti esaminati è caratterizzato da uno stile di vita più incline all'attività fisica è risultato meno soggetto alla tendenza di sfogare a casa le frustrazioni accumulate in ambito professionale. In base alla ricerca i manager che avevano l'abitudine di camminare per almeno 10.000 passi al giorno o di nuotare per almeno un ora al giorno risultavano più sereni ed equilibrati nel comportamento domestico rispetto ai loro colleghi più sedentari. Lo studio pubblicato sul Journal of Applied Psychology, apparso su riviste di economia e psicologia e ripreso anche dal New York Times, dal Wall Street Journal, e da Fox News sottolinea una cosa tanto banale quanto trascurata: è insensato pensare di essere immuni agli agenti stressogeni. Dover convivere con un capo ufficio spigoloso, magari in un contesto competitivo dove è continuamente "messa in forse" la nostra capacità di tollerare le altrui nevrosi non può lasciarci indifferenti (anche se a volte facciamo finta di niente). Le possibilità che abbiamo sono sostanzialmente tre:
  1. abbandonare il contesto stressogeno - cosa spesso impossibile per evidenti motivazioni di tipo economico e sociale.
  2. far finta di nulla - ma l'illusione di essere "di gomma" di solito cessa quando i nostri familiari si ribellano alle apparentemente irrazionali sfuriate che ciclicamente si ripetono all'interno del contesto domestico, o quando è il nostro sistema nervoso a cedere e un bel giorno, all'improvviso, ci presenta il conto sotto forma di depressione, ansia generalizzata, o più probabilmente attacchi di panico.
  3. prendere atto del fatto che siamo organismi più complessi di quanto la nostra razionalità lineare ci vuol far credere, siamo il frutto di un lungo processo di evoluzione che ci ha forgiati (o meglio adattati) ad ambienti per nulla simili alle nostre giungle urbane e che quindi, come animali in cattività necessitiamo di strategie per dar sfogo alle frustrazioni che quotidianamente accettiamo di tollerare barattandole con la protezione e la sicurezza offerte dalle gabbie dorate delle città che ci circondano.
Se escludiamo la fuga in un eremo, o la cieca indifferenza nei confronti dei costanti elementi di stress che caratterizzano le nostre vite non rimane altro che una sana e costante consapevolezza riguardo alla necessità di dover mettere in atto strategie antistress per garantirci un funzionamento a lungo temine in un contesto che inevitabilmente tende a logorarci. Camminare, nuotare, correre sono attività necessarie non solo per mantenere il corpo in forma ma anche per non impazzire! Link Fonte