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Cervelli coraggiosi: i meccanismi neurali del coraggio scoperti in uno studio sulla paura dei serpenti.

Paura dei serpenti
Un nuovo affascinante studio ha combinato la paura dei serpenti con le tecniche di neuroimmagine funzionale del sistema nervoso al fine di scoprire i meccanismi neurali associati con il "coraggio".
La ricerca, pubblicata da Cell Press nella rivista Neuron, fornisce nuovi indizi su ciò che accade nel cervello quando un individuo compie volontariamente un'azione che è tesa a vincere la paura causata da un determinato stimolo. La ricerca  potrebbe anche portare a nuove strategie di trattamento per coloro che mostrano difficoltà nel superare le proprie insicurezze.

 

Anche se vi è un ampio numero  di ricerche tese ad esaminare i meccanismi cerebrali associati con la paura, si sa poco circa i meccanismi cerebrali associati con coraggio (inteso come tentativo attivo di opporsi alla paura). Per studiare i meccanismi neurali associati al “coraggio”, il dottor Dudai, Uri Nili, e i suoi colleghi, hanno messo a punto un paradigma sperimentale in cui i partecipanti dovevano scegliere se far muovere  un oggetto più vicino o più lontano da loro, mentre il loro cervello era scannerizzato  attraverso la risonanza magnetica funzionale. Gli oggetti utilizzati nello studio erano un orso giocattolo e un serpente vivo.
Prima dello studio, i partecipanti sono stati classificati come "paurosi" o "coraggiosi", in base a come hanno risposto a un questionario validato per testare la paura dei serpenti.

Come era prevedibile, i ricercatori hanno osservato che, avvicinando i serpenti, si ottenevano nei soggetti alti livelli di paura espressa ed alta attivazione somatica. Tuttavia, a sorpresa, si è visto che aumentando l’intensità dello stimolo si poteva avere come risposta sia una grande reazione somatica accompagnata con una bassa percezione di paura sia, al contrario, una alta percezione di paura in concomitanza con una bassa risposta somatica.

Dalle immagini dell’attività cerebrale durante l’esperimento è emerso che l'attività di una regione del cervello chiamata Corteccia cingolata anteriore (sgACC) è correlata positivamente con il livello di paura soggettiva quando si sceglie di agire con coraggio (maggiore è l’attività di tale area, maggiore è il coraggio espresso), ma non quando si sceglie di soccombere alla paura. Inoltre, l'attività in una serie di strutture del lobo temporale si riducono se il livello di paura sale e l'individuo ha scelto comunque di superare la paura.

In particolare questi risultati sottolineano l'importanza di mantenere alta attività della Corteccia cingolata anteriore per superare la paura in corso. La possibilità di manipolare tale area potrebbe rappresentare un intervento terapeutico nei disturbi legati alle fobie.

 

Fonte: Cell Press (2010, June 23). Brave brains: Neural mechanisms of courage uncovered in study of fear of snakes.