Ultimo aggiornamento:

Come eliminare ansia e fobie grazie all'Intelligenza Artificiale

rimuovere-paure-e-fobie

Scoperto un nuovo modo per rimuovere specifiche paure dal cervello utilizzando una combinazione di intelligenza artificiale e tecnologie di scansione cerebrale. Questa tecnica futuristica potrebbe un giorno trasformarsi in una cura per chi soffre di fobie o di Disturbo Post Traumatico da Stress.

Attualmente l'approccio comune per i pazienti che soffrono di fobie o di Disturbo Post Traumatico da Stress consiste nel sottoporsi ad una qualche forma di terapia psicologica basata sull'esposizione graduale allo stimolo minaccioso. Tutto ciò al fine di desensibilizzare progressivamente il "sistema di allerta" rispetto al trigger specifico. Il problema con questo tipo di strategia consiste nel fatto che il ricordo cosciente dell'evento traumatico o dello stimolo che scatena la fobia è indissolubilmente legato a sensazioni estremamente spiacevoli. I soggetti tendono, dunque, a mettere in atto meccanismi di evitamento non solo nei confronti degli stimoli che scatenano le fobie, ma anche nei confronti della terapia che dovrebbe aiutarli a vincere le proprie paure. Dall'università di Cambridge arriva uno studio pionieristico che sembra uscito da un libro di fantascienza. Un team di scienziati provenienti dall'università di Cambridge, degli Stati Uniti e del Giappone ha trovato il modo di rimuovere dal cervello una traccia mnestica associata a paura senza la necessità di coinvolgere la parte cosciente dei soggetti trattati. Per fare ciò gli sperimentatori hanno sviluppato un metodo per leggere ed identificare una specifica memoria associata a paura in un gruppo di circa venti soggetti sani. La nuova tecnica, chiamata Decoded Neurofeedback, consiste nella combinazione di scansioni cerebrali e processi di analisi dei patterns di attivazione neuronale conseguenti alla generazione di un ricordo "spiacevole". In sintesi i soggetti dell'esperimento sono stati esposti a piccole scosso elettriche associate alla presentazione (a video) di un immagine specifica. Contemporaneamente lo schema di attivazione del loro cervello è stato registrato ed elaborato grazie all'ausilio di calcoli basati sull'Intelligenza Artificiale. I ricercatori, a questo punto, si sono accorti del fatto che lo schema di attivazione specifico di quel ricordo negativo (scossa elettrica) tendeva a ripresentarsi nelle ore successive, soprattutto nei momenti di riposo. In sostanza il cervello stava cercando di fissare in memoria i dati che correlavano l'immagine vista al computer con la sensazione sgradevole derivante dalla scossa elettrica. I ricercatori hanno deciso quindi di interferire proprio con la fase di formazione della memoria "premiando" i soggetti con una somma di denaro ogni volta che, dalle scansioni, emergeva uno schema cerebrale dedito alla fissazione del ricordo spiacevole. La procedura è stata ripetuta per tre giorni, e ogni premio è stato concesso senza spiegarne i motivi ai soggetti coinvolti. Collegando il premio in denaro all'attività cerebrale associata alla scossa elettrica i ricercatori speravano di sovrascrivere la formazione di un ricordo negativo con quella di un ricordo positivo, in assenza di comprensione consapevole da parte dei soggetti. Speranza confermata dal fatto che la visione delle immagini associate alle scosse elettriche non generava più nei soggetti ne un aumento della sudorazione ne un aumento dell'attività dell'amigdala (area associata all'elaborazione della paura). Il ricordo spiacevole (paura) è stato cancellato a prescindere dalla consapevolezza dei soggetti. In futuro non si andrà più dallo psicologo, ma forse si faranno sessioni regolari di Decoded Neurofeedback! Sicuramente più efficace, ma forse anche più inquietante? Link Fonte