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Come funziona l'effetto placebo

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Per "placebo" si intende una qualsiasi sostanza o terapia innocua che, pur priva di efficacia specifica, sia deliberatamente somministrata alla persona malata al fine di ottenere "l'effetto placebo", cioè una serie di reazioni dell'organismo generate non dal principio attivo di un finto farmaco ma dalle attese e dalle aspettative di sollievo dell'individuo.
È noto dunque che l'effetto placebo riduce la percezione del dolore creando un'aspettativa di sollievo. Distrarsi, ad esempio cercando di risolvere complicati rompicapo, allevia invece la percezione del dolore mantenendo il cervello occupato in altri compiti.
Ma queste due strategie usano gli stessi processi cerebrali?
Le tecniche di neuro immagine (la risonanza magnetica funzionale) suggeriscono che in entrambi i casi è l'attività della corteccia prefrontale dorsale ad intensificarsi, essendo questa l'area del cervello che controlla le funzioni cognitive di alto livello come la memoria di lavoro e l'attenzione, e ciò farebbe concludere che i processi coinvolti nell'effetto placebo e nella risoluzione di un puzzle siano gli stessi.


Tuttavia un nuovo studio condotto dai ricercatori della Columbia University e dell'università del Colorado contesta tale teoria evidenziando che è possibile applicare simultaneamente entrambe le strategie di riduzione del dolore ottenendo un effetto raddoppiato.
I risultati dello studio, pubblicati su Psychological Science, evidenziano che il livello di riduzione del dolore si somma, non mostrando alcuna interferenza tra i due meccanismi. Questo lascia ipotizzare che, a dispetto delle informazioni provenienti dalle neuro immagini, le due strategie impegnino sistemi cerebrali diversi. Questo studio evidentemente potrebbe aiutare i medici nel massimizzare il sollievo dal dolore quando non è possibile far ricorso ai farmaci.

Sono stati coinvolti nella ricerca 33 partecipanti convocati in tre sessioni separate:

Nella prima sessione, gli sperimentatori hanno applicato una placca di metallo riscaldato sulla pelle di ogni partecipante per calibrare il livello di percezione del dolore di ciascun individuo;

Nella seconda sessione i partecipanti sono stati divisi in due gruppi, a ciascun soggetto di entrambi i gruppi è stata applicata una crema sulla pelle, ma ad alcuni è stato detto che si trattava di un potente analgesico, ad altri invece che si trattava di una crema idratante.
Ai soggetti influenzati dall'effetto placebo inoltre è stato chiesto di valutare le variazioni di temperatura della placca metallica (in realtà la temperatura della placca rimaneva costante!), e di conseguenza le variazioni del dolore percepito, sia quando erano impegnati a fissare una croce luminosa in un monitor, sia quando erano impegnati nella risoluzione di complicati giochi di logica.

Nella terza fase dell'esperimento sono stati ripetuti i test della seconda fase, invertendo però i gruppi.

I risultati dell'esperimento confermano che, sia l'effetto placebo che la richiesta di concentrazione per risolvere giochi di logica, hanno favorito una minore percezione del dolore. Quando sommati, hanno abbassato ulteriormente la quantità di dolore percepito. Quindi i due effetti non interferiscono l'uno con l'altro. Inoltre i dati suggeriscono che l'effetto placebo non richiede attenzione esecutiva ne memoria di lavoro.

Questo studio ha verificato, attraverso l'osservazione diretta del comportamento, le ipotesi sui meccanismi alla base dell'effetto placebo evidenziando che i dati ottenuti attraverso le neuro immagini cerebrali anche se possono dirci molte cose in merito a quale zona del cervello sia maggiormente attiva durante l'esecuzione di un determinato compito, non possono tuttavia darci informazioni relative al sottostante processo cognitivo.
Oltre ad aver contestato l'ipotesi secondo la quale l'effetto placebo sia la conseguenza dell'attivazione degli stessi processi cerebrali coinvolti nelle funzioni cognitive di alto livello, come la memoria di lavoro dell'attenzione, i risultati della ricerca tolgono ogni dubbio sull'efficacia di entrambe le strategie e sulla possibilità di combinarle insieme per potenziarne i risultati.

Fonte: Association for Psychological Science (2012, February 3). Placebos and distraction: New study shows how to boost the power of pain relief, without drugs.