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Depressione e dolore. Perché le persone depresse sono più sensibili al dolore fisico?

dolore e depressione

Identificate specifiche regioni del cervello che guidano, influenzano e moderano sia il tono dell'umore che la percezione del dolore fisico. Gli individui con livelli più alti di umore depresso hanno un'elevata sensibilità al dolore fisico. Una maggiore attivazione nelle regioni che supportano la valutazione del dolore (corteccia prefrontale ventrolaterale, insula anteriore) e la discriminazione sensoriale (corteccia somatosensoriale secondaria, insula posteriore) è correlata sia con la depressione che con l'elevata sensibilità al dolore.

C'è una relazione di comorbilità tra la eccessiva sensibilità nei confronti del dolore fisico e la depressione. Più basso è il tono dell'umore, minore sembra essere la capacità di tollerare il dolore. Tuttavia, i meccanismi cerebrali che moderano la relazione tra umore disforico e dolore sono ancora poco chiari. In un recente studio, condotto utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI), i cervelli di 76 soggetti sani sono stati scansionati mentre ai volontari veniva inflitto uno stimolo doloroso rappresentato dal contatto con una fonte di calore a circa 50° C. Parallelamente, il tono dell'umore dei partecipanti è stato valutato con un test specifico per la depressione, il Beck Depression Inventory-II (BDI). È emerso che gli individui con maggiore tendenza alla depressione hanno lamentato anche un'elevata sensibilità nei confronti del dolore fisico. Una maggiore attivazione nelle regioni che supportano la valutazione del dolore (corteccia prefrontale ventrolaterale, insula anteriore) e la discriminazione sensoriale (corteccia somatosensoriale secondaria, insula posteriore) sembra essere alla base dell'accresciuta risposta soggettiva allo stimolo doloroso. L' elevato coinvolgimento, sia delle regioni deputate alle funzioni esecutive che delle aree responsabili del monitoraggio degli input sensoriali, durante la percezione dello stimolo doloroso, lascia ipotizzare che l'eccessiva tendenza alla autocommiserazione per i propri "acciacchi", tipica dei soggetti ansiosi e depressi, abbia delle valide motivazioni biologiche. La scoperta del coinvolgimento della corteccia prefrontale, una regione del cervello che gestisce funzioni esecutive di livello superiore come la cognizione, la memoria e la pianificazione del comportamento, anche nella modulazione della percezione del dolore va a sostegno degli approcci terapeutici basati sulla terapia comportamentale per il trattamento del dolore cronico. Link Fonte