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I padri sono più attenti alle esigenze emotive delle figlie femmine.

padre e figlia

Il cervello dei padri sembra rispondere in modo diverso alle esigenze delle figlie rispetto a quelle dei figli. I padri con figlie femmine sono più attenti e pronti a soddisfare i bisogni della prole rispetto ai padri di figli maschi.

In uno studio sullo stile genitoriale degli uomini si è visto che i padri con bambine piccole sono più disinvolti nel mostrarsi in comportamenti affettivi. Tendono a cantare di più per le loro figlie, a parlare più spesso delle emozioni, anche quando si tratta di stati d'animo negativi come la tristezza. Lo studio, pubblicato su Behavioral Neuroscience, evidenzia inoltre che i padri di bambini di sesso maschile tendono ad intraprendere più spesso giochi "fisici" che simulano la lotta e ad utilizzare un linguaggio ricco di parole legate al campo semantico della sfida e del successo come: orgoglio, vincente, superiore ecc. I padri delle bambine adottano uno stile linguistico più analitico, ricco di parole come: "tutto", "molto", "una parte". Tale linguaggio è stato correlato, da ricerche precedenti, a migliori risultati accademici. Se i bambini chiamano "papà", i padri rispondono con maggiore frequenza quando sono cercati dalle figlie femmine. Nello studio si è cercato di stabilire se la diversa risposta comportamentale sia conseguenza di un diverso livello di attivazione cerebrale dei padri. Gli uomini sono stati sottoposti a risonanza magnetica funzionale (fMRI) mentre erano intenti ad osservare foto di un adulto sconosciuto, di un bambino sconosciuto e del proprio figlio/a immortalato in momenti felici, tristi o neutri. I padri delle bambine hanno mostrato livelli di attivazione cerebrale maggiori, rispetto ai padri dei bambini, in aree del cervello deputate all'elaborazione visiva, alla ricompensa, alla regolazione delle emozioni quando osservavano le loro figlie con espressioni felici. I padri dei ragazzi di sesso maschile hanno, al contrario, mostrato maggiore attivazione cerebrale durante l'osservazione dei volti dei loro figli con espressione neutrale. Ciò probabilmente è la conseguenza del tentativo di decodificare uno stato d'animo ambiguo. Infine, i dati delle scansioni non hanno rilevato differenze nel livello si attivazione cerebrale dei padri in risposta alle espressioni di tristezza dei figli di sesso maschile o femminile. I ricercatori dell'Università di Emory e dell'Università dell'Arizona hanno utilizzato i dati provenienti da 52 padri, 30 di bambine e 22 di bambini, i quali hanno accettato di indossare un piccolo computer per alcuni giorni. Il dispositivo di giorno veniva acceso in modo casuale per 50 secondi ogni 9 minuti, mentre di notte veniva lasciato sempre attivo nella stanza dei bambini, al fine di registrare le interazioni padre figlio/a per tutta la durata dell'esperimento. In conclusione si può affermare che i padri di figlie femmine sono più empatici e più disposti ad insegnare alle loro bambine l'importanza delle emozioni e della loro espressione all'interno di un rapporto. I padri di figli maschi tendono, al contrario, a valorizzare i comportamenti legati alla forza e alla resistenza, questo anche mostrandosi meno disposti a "correre" ogni volta che il bambino chiama. Questo comportamento è conseguente ad un diverso livello di attivazione cerebrale. Il diverso livello di attivazione cerebrale al momento non può essere attribuito in modo esclusivo a fattori di tipo genetico, evolutivo o ambientale (inteso come conformazione alle norme sociali relative al sesso). Essere consapevoli dei nostri meccanismi automatici, in questo caso della nostra tendenza a coccolare le bambine e ad "indurire" i maschietti, è il primo passo per poter decidere, se il contesto lo richiede, di modificarli. Link Fonte