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Identificati tre sottotipi di depressione, uno dei quali non risponde ai farmaci antidepressivi.

 

Tre tipi di depressione
Secondo l'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, quasi 300 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di depressione. Inoltre i casi di depressione sono in aumento e, per una parte dei soggetti, le cure farmacologiche non funzionano.

In un recente studio pubblicato su Scientific Reports sono stati identificati, per la prima volta, tre sottotipi di depressione. Uno dei tre sottotipi sembra non essere trattabile con gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), il farmaco più comunemente prescritto per la depressione. La serotonina è un neurotrasmettitore che influenza molti aspetti della nostra vita: gli stati d'animo, le interazioni sociali, il ciclo sonno veglia e la memoria. Nei soggetti depressi (ma anche in soggetti affetti da disturbi d'ansia, attacchi di panico, ansia generalizzata, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell'alimentazione e disturbo post-traumatico da stress) spesso vengono prescritti gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) in quanto si ritiene che siano in grado di modificare la concentrazione, nel cervello, di alcuni neurotrasmettitori responsabili della regolazione del tono dell'umore bloccando il principale processo biologico di eliminazione degli stessi dal vallo sinaptico (reuptake). Tuttavia questi farmaci non funzionano su tutti i soggetti depressi, ciò ha da tempo alimentato l'ipotesi secondo la quale esistano più forme di depressione. Nel recente studio sono stati raccolti ed analizzati dati clinici, biologici e anamnestici di 134 individui, metà "sani" e metà con una diagnosi recente di depressione. I ricercatori hanno anche utilizzato scansioni con risonanza magnetica funzionale al fine di mappare gli schemi di attività in diverse regioni del cervello. Il cervello è stato "diviso" in 78 regioni funzionali e per ogni regione si è analizzato il tipo di attivazione e la qualità e quantità di scambi comunicativi con le altre aree cerebrali. Le oltre 3000 variabili misurabili sono state successivamente analizzate sviluppando uno strumento statistico in grado di estrarre le informazioni più rilevanti e di raggrupparle in insiemi (cluster) di dati affini. Dall'elaborazione statistica sono emersi i tre sottotipi distinti di depressione, caratterizzati da due fattori principali: modelli di connettività funzionale sincronizzati tra diverse regioni del cervello ed esperienza o meno di trauma infantile. La connettività funzionale del cervello nelle regioni che coinvolgono il giro angolare, una regione associata all'elaborazione del linguaggio e dei numeri, della posizione spaziale, dell'attenzione e di altri aspetti cognitivi, sembra essere estremamente rilevante per determinare se gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) sono efficaci o il soggetto è resistente ai farmaci. I pazienti con maggiore connettività funzionale in queste aree del cervello e con una storia clinica caratterizzata da traumi infantili sembrano essere afflitti da un sotto tipo di depressione che non risponde al trattamento con SSRI. Se la connettività funzionale del giro angolare è bassa la depressione (sottotipo D3) è trattabile con gli SSRI; se la connettività del giro angolare è alta, e non ci sono tracce di traumi infantili la depressione (sottotipo D2) è trattabile con gli SSRI; ma se la connettività del giro angolare è alta e il soggetto ha subito traumi infantili è probabile che non sia trattabile con gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina. Link Fonte