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Il neurofeedback può essere un trattamento utile a curare la depressione.

depressione ansia e neurofeedback

Uno recente studio suggerisce la possibilità di utilizzare il neurofeedback per curare la depressione, nello specifico la depressione resistente al trattamento.

Un piccolo studio pilota ha evidenziato l'efficacia del neurofeedback nel curare la depressione su un campione di pazienti affetti da Depressione Resistente al Trattamento (Treatment-Resistant Depression o TRD). Il neurofeedback (o EEG Biofeedback) è una tecnica non invasiva che agisce a livello neurocognitivo. Il procedimento si basa sugli stessi presupposti teorici del  Biofeedback (BFB) e consiste in un processo di auto modulazione di alcune funzioni del SNC (Sistema Nervoso Centrale) in risposta a feedback sensoriali di tipo visivo o uditivo. In pratica un elettroencefalogramma (EEG) raccoglie i dati dell'attività cerebrale del soggetto, invia tali dati ad un elaboratore che, grazie ad una serie di algoritmi, converte i valori grezzi in immagini e suoni e li ri-trasmette al soggetto come feedback relativo alla sua attivazione cerebrale. Il feedback, ritardato di pochi millisecondi, fornisce un immagine quasi in tempo reale dei processi elettroneurofisiologici attivi in ogni singolo istante. Il soggetto potrà quindi osservare l'attività elettrica generata dal proprio cervello in diverse situazioni tipiche della vita quotidiana: quando è affacciato alla finestra, quando ascolta musica, quando chiude gli occhi e cerca di rilassarsi o quando è sotto stress a causa di pensieri fastidiosi e intrusivi. La possibilità di "vedere" graficamente l'attività del proprio cervello è utile per capire come modularla. Circa tre anni fa ho scoperto quanto questa tecnologia sia efficace e alla portata di tutti. Ho acquistato on line un piccolo elettroencefalogramma portatile al costo di poco più di 100 euro. Inizialmente ero scettico, ma dopo alcune prove ho subito capito le potenzialità di questo approccio. Sin dai tempi dell'università conoscevo i principi dell'EEG, e nel tempo ho accumulato una mole enorme di informazioni su come funziona il cervello umano, tuttavia tutte quelle nozioni tecniche non hanno mai generato l'insight che ho avuto in poche ore di utilizzo di questa semplice cuffia bluetooth. Vedere il grafico delle onde cerebrali in continua oscillazioni ma con la chiara tendenza a stabilizzarsi su frequenze diverse in base alle attività che ero intento a compiere mi ha fatto "sentire" (a livello emotivo) quanto è necessario per la nostra salute apprendere l'arte del rilassarsi. Calmare la mente e silenziare il "chiacchiericcio" costante delle nostre paranoie è quasi sempre possibile grazie a semplici tecniche e ad un po' di pratica. Il neuro feedback è sicuramente uno strumento "illuminante" e utile soprattutto per i primi esercizi di apprendimento. Tornando allo studio, condotto da ricercatori della Corea del Sud e presentato a settembre al 30° Congresso dell'ECNP (European College of Neuro-psycho-pharmacology), è necessario sottolineare la dimensione estremamente ridotta del campione preso in esame: solo 12 soggetti in sessione di addestramento con il neuro feedback e 12 soggetti di controllo. I pazienti, affetti da depressione resistente al trattamento, sono stati addestrati per 12 settimane a modulare la loro attività cerebrale in risposta a segnali audio visivi. Lo stato di salute di tutti i soggetti esaminati è stato valutato con le seguenti scale cliniche: la Hamilton Depression Rating Scale(HAM-D), il Beck Depression Inventory (BDI-II), il Clinical Global Impression-Severity (CGIS), l'Euro Quality of Life Questionnaire 5–Dimensional Classification (EQ-5D), e la Sheehan Disability Scale (SDS) somministrate all'inizio e successivamente a 1, 4 e 12 settimane di distanza. Nel gruppo addestrato con il neuro feedback 8 dei 12 pazienti hanno risposto positivamente al trattamento e 5 di questi hanno risposto talmente bene da essere classificati come "in remissione". Al momento questi pazienti sono ancora in osservazione per valutare gli effetti a lungo termine del trattamento. Nel gruppo di controllo, ovviamente, non si sono registrati miglioramenti. I risultati dello studio pilota evidenziano l'efficacia del neuro feedback come trattamento complementare alle cure tradizionali, soprattutto in virtù del fatto che non ha alcun effetto collaterale. Al momento è ancora presto per sbilanciarsi, ma se studi successivi confermeranno questi risultati sarebbe una grande vittoria considerando che, secondo secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, "la depressione è la causa principale di disabilità in tutto il mondo", con oltre 300 milioni di persone che ne soffrono. E che i trattamenti per curare la depressione non funzionano per circa un terzo dei soggetti (Treatment-resistant depression - TRD). Personalmente ritengo tale approccio tanto semplice ed immediato da consigliare a tutti l'acquisto di un EEG bluetooth da tenere in casa insieme al termometro e allo sfigmomanometro (quella cosa dal nome assurdo che utilizzammo per misurare la pressione). Link Fonte