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Invecchiando aumentano i falsi ricordi, tuttavia nel cervello continuano a nascere nuovi neuroni.

 

La memoria degli Anziani tra neurogenesi e falsi ricordi
Gli anziano spesso si lamentano della difficoltà di ricordare, tuttavia gli psicologi mettono in guardia rispetto ad un problema più subdolo: la creazione di falsi ricordi. La tendenza all'oblio e alla creazione di falsi ricordi non è comunque la conseguenza diretta di una minore produzione di nuovi neuroni, neurogenesi  che al contrario sembra essere stabile anche in età avanzata.

 

Memoria, invecchiamento e falsi ricordi.

Invecchiando le persone tendo ad utilizzare un tipo di memoria, chiamata memoria schematica, che aiuta a ricordare lo schema di un evento trascurandone i dettagli. L'incapacità di ricordare i dettagli, tuttavia, potrebbe portare ad una maggiore difficoltà nel distinguere tra un ricordo reale ed un falso ricordo. L'utilizzo di schemi, per organizzare le informazione, è una strategia che il cervello adotta per fare economia di risorse, strategia che però ha lo svantaggio non non rendere riconoscibili due ricordi caratterizzati dalla stessa struttura schematica. Il risultato della disattenzione per i dettagli potrebbe far credere ad un anziano di aver comprato il pane ed il latte solo perché, come tutte le mattine, si è recato al supermercato, anche se in quel particolare giorno ha deciso di comprare solo uova e marmellata. Osservando il cervello di un soggetto attraverso la risonanza magnetica funzionale durante il recupero di una memoria si è notato un notevole aumento dell'attività nel giro temporale medio o superiore nel caso di "creazione" di falsi ricordi. Le memorie vengono generalmente elaborate nell'ippocampo, tuttavia sembra che l'elaborazione delle memorie false avvenga prevalentemente in regioni posteriori. L'attività di "creazione" di false memorie sembra interessare maggiormente la sub-regione posteriore dell'ippocampo. Link Fonte  

Gli anziani sviluppano nuove cellule cerebrali come i giovani.

In un secondo studio sulla memoria e sull'invecchiamento i ricercatori mostrano, per la prima volta, che gli anziani in buona salute possono generare altrettante nuove cellule cerebrali delle persone più giovani. Lo studio contraddice l'ipotesi secondo la quale un cervello "anziano" è rigido ed incapace di produrre nuovi neuroni. I ricercatori hanno trovato volumi equivalenti di nuovi neuroni ippocampali sia in soggetti giovani che anziani. Tuttavia nei cervelli di soggetti anziani si è notata una minore vascolarizzazione e una ridotta capacità, da parte dei neuroni, di creare connessioni. Per arrivare a tali conclusioni i ricercatori hanno sottoposto ad autopsia ippocampi provenienti da 28 individui di età compresa tra i 14 ed i 79 anni, individui morti all'improvviso. Per la prima volta i ricercatori hanno esaminato i neuroni appena formati e lo stato dei vasi sanguigni all'interno dell'intero ippocampo umano subito dopo la morte. I ricercatori hanno scoperto che anche i cervelli dei soggetti più anziani hanno prodotto nuove cellule cerebrali. Ciononostante, gli individui più anziani formano meno nuovi vasi sanguigni all'interno delle strutture cerebrali e possiedono un minore numero di cellule progenitrici (simili a cellule staminali ma più limitate nella loro capacità di differenziarsi e di auto-rinnovarsi). Si ipotizza quindi che la ridotta capacità cognitiva ed emotiva della vecchiaia possa essere la conseguenza di un minore numero di cellule staminali neurali, di un declino della vascolarizzazione e di una ridotta connettività neurale all'interno dell'ippocampo. La continua neurogenesi nell'ippocampo probabilmente tampona gli effetti dei suddetti processi degenerativi. Link Fonte