Ultimo aggiornamento:

Io, sempre io, solo io... Narcisista? No, depresso, o più probabilmente triste e angosciato.

 

Narcisista o depresso
Come riconoscere un narcisista? Facile, un narciso parla sempre e solo di se. E invece no! Chi parla sempre di se non è narcisista, ma più probabilmente un individuo con  la propensione al disagio emotivo.

Quante volte ti sarà capitato di frequentare persone che non fanno altro che parlare di se? E quante volte avrai pensato: "ecco il classico narcisista!". La scienza ora ti informa che ti sei sempre sbagliato. Già nel 2015 i ricercatori dell'Università dell'Arizona hanno evidenziato che l'uso frequente del pronome singolare in prima persona non è un indicatore di narcisismo. Ora, in base ad un nuovo studio, sempre la scienza ci informa del fatto che la tendenza ad un dialogo autoreferenziale sembra essere indice di disagio emotivo. La correlazione tra il "parlare sempre di se", in inglese abbreviato con l'espressione "I-talk", sembra più elevata con un generico stato di disagio emotivo piuttosto che con la depressione vera e propria. Chi ha la tendenza a parlare sempre di se sembrerebbe avere una disposizione psicologica incline  all'emotività negativa. Per tendenza all'emotività negativa si intende la maggiore propensione al turbamento e all'afflizione emotiva. Depressione, ansia, eccessiva preoccupazione, tensioni immotivate, rabbia sorda o esplosiva, sono tutti esempi di emotività negativa. La scoperta dei ricercatori si basa un un ampio campione di dati, oltre 4.700 individui provenienti da sei laboratori in due paesi: Stati Uniti e Germania. I dati comprendono misurazioni sulla frequenza di affermazioni autoreferenziali nel linguaggio scritto e parlato (I-talk) e sulla propensione alla depressione e all'emotività negativa di ogni soggetto. In base ai risultati i ricercatori suggeriscono che l'I-talk potrebbe non essere molto efficace nel valutare la depressione in senso stretto, tuttavia potrebbe essere utilizzato come indicatore della più generica predisposizione all'emotività negativa. Mediamente pronunciamo 16.000 parole al giorno, 1.400 delle quali sono, in media, pronomi singolari in prima persona. Chi è incline all'ansia, alla depressione o all'angoscia tende ad utilizzare il pronome in prima persona singolare oltre le 2000 volte al giorno. Ciò è vero sia per i maschi che per le femmine. I ricercatori ipotizzano che questo fenomeno sia dovuto al fatto che lo stress tende ad intrappolarci nel metaforico "io della tempesta". Vissuti negativi, tristezze, ansie ed angosce tendo ad intrappolare la nostra mente nei luoghi del dolore. Siamo soli con le nostre sofferenze, sempre a chiederci del perché non riusciamo a stare meglio. A chiederci se siamo noi quelli sbagliati. E mentre pensiamo "sarò io quello sbagliato?" "e io come faccio adesso!" anche la nostra produzione verbale ne risente e si popola di "io" che tradiscono la tendenza all'autofocus e alla ruminazione. Statisticamente la tendenza all'I-talk ha una correlazione con l'emotività negativa che è di poco più bassa della tendenza ad utilizzare spesso termini come "triste", "infelice", "solo/a", "ansiosa/o" e "stanca/o". Parole che sono normalmente utilizzate come marcatori linguistici chiave per identificare tratti come la depressione. Link Fonte