Ultimo aggiornamento:

La marijuana (THC) è molto pericolosa per il cervello di alcuni adolescenti.

marijuana (THC) e danni cerebrali
La marijuana (THC) può danneggiare il cervello di alcuni adolescenti favorendo un processo infiammatorio soprattutto a carico degli astrociti.

Ora che la marijuana comincia ad essere legalizzata anche per l'uso ricreativo è importante capire che potrebbe non essere innocua per tutti. Ci sono ancora molte cose che ancora non sappiamo su come l'utilizzo dell'erba modifichi le funzionalità cerebrali. È già sufficientemente dimostrato che l'uso pesante di cannabis è legato a successivi problemi cognitivi, tuttavia questa correlazione sembra essere più forte nei soggetti che hanno usato la sostanza nel periodo adolescenziale. Basandosi sulla consapevolezza che solo una parte della popolazione di consumatori di cannabis adolescenti ha successivamente problemi cognitivi, i ricercatori hanno deciso di sperimentare la sostanza su un modello murino (cavie) portatore di una mutazione del gene DIS1. La mutazione del gene DIS1 è associata a patologie umane quali: schizofrenia, disturbo bipolare e depressione maggiore. La ricerca ha dimostrato che l'esposizione alla marijuana aumenta l'infiammazione in un tipo specifico di cellule cerebrali nei topi adolescenti portatori della mutazione genetica correlata con l'insorgenza di schizofrenia, depressione, disturbo bipolare e altri disturbi psichiatrici. Inoltre, è stato possibile prevenire il danno cerebrale somministrando un farmaco antinfiammatorio prima dell'assunzione di marijuana. Considerando che l'infiammazione rilevata nei topi è probabilmente attiva in molte persone che fumano marijuana, i risultati dello studio possono aiutare a spiegare perché molte persone sono geneticamente predisposte a sviluppare una risposta infiammatoria potenziata e conseguenti maggiori danni cerebrali. I ricercatori hanno somministrato 8 milligrammi per chilogrammo di D9-tetraidrocannabinolo (THC) a topi di 30 giorni di vita. La somministrazione è stata ripetuta ogni giorno per tre settimane. Quindi è stata interrotta per le successive tre settimane. Infine, quando i roditori avevano circa 70 giorni di vita (30+21+21), sono stati testati per valutare eventuali deficit comportamentali e cognitivi. Ciò al fine di simulare il comportamento di un adolescente umano che si "diverte" durante la fase adolescenziale e poi, verso i 20 anni, comincia a notare i primi problemi cognitivi. La valutazione cognitivo comportamentale si è basata su due test, il test del labirinto a Y e il test di riconoscimento dell'oggetto. Ai topi piace esplorare luoghi o oggetti nuovi, ma non amano esaminare luoghi o oggetti già noti. Questo comportamento specie specifico ha dato ai ricercatori la possibilità di valutare su base comportamentale eventuali danni alla memoria di riconoscimento. In entrambi i test, i topi di controllo hanno mostrato una buona memoria. Al contrario, i topi con mutazione DISC1 esposti al THC hanno mostrato una carente memoria di riconoscimento. Per scoprire quali particolari cellule cerebrali sono maggiormente responsabili della mediazione del danno da THC, i ricercatori hanno poi ingegnerizzato geneticamente i topi in modo che il mutante DISC1 fosse attivato solo nei neuroni, o solo negli astrociti (cellule cerebrali che forniscono supporto e protezione ai neuroni). Hanno quindi  ripetuto l'intero esperimento su entrambi i gruppi scoprendo che solo quando il mutante DISC1 veniva attivato negli astrociti i topi avevano problemi infiammatori e cognitivi. Un farmaco antinfiammatorio somministrato 30 minuti prima delle dosi quotidiane di THC ha evitato l'infiammazione ed ha protetto i topi dai successivi problemi cognitivi. Dal punto di vista della prevenzione risulta poco ragionevole pensare a trattamenti antinfiammatori prima di ogni assunzione di marijuana, al contrario identificare i soggetti a rischio ed informarli della elevata pericolosità per loro delle così dette droghe leggere sembra essere l'unica strada percorribile. Link Fonte