Ultimo aggiornamento:

L'ansia è contagiosa? Mamme ansiose = figli ansiosi!

ansia minacce
I bambini con mamme ansiose tendono a concentrarsi maggiormente sulle minacce presenti nel loro ambiente.

Da un recente studio condotto su alcune "mamme ansiose" si potrebbe ipotizzare il meccanismo di trasmissione dell'ansia dalla mamma al bambino. Prima di procedere è necessario precisare che, sebbene lo studio sia stato condotto sulle mamme, e nella ricerca si parli esplicitamente della relazione tra l'ansia della mamma e i comportamenti del bambino, la descrizione del meccanismo di trasmissione è (teoricamente) identica se sostituiamo il termine mamma con il più generico "caregiver" (colui che si prende cura). Lo studio è interessante dal punto di vista metodologico: i ricercatori hanno infatti utilizzato l'eye tracking, cioè una metodologia di tracciamento dei movimenti oculari, per monitorare quanto tempo i bambini dedicavano ad osservare alcuni stimoli visualizzati a schermo. Gli stimoli visivi consistevano in una serie di volti con espressioni emotive diverse: felici, rilassate o arrabbiate. I risultati mostrano che i bambini, figli di mamme ansiose (o se volete accuditi da caregiver ansiosi), tendono a mantenere l'attenzione su stimoli percepiti come pericolosi (facce arrabbiate) per più tempo. Questa tendenza si traduce in una alterata percezione dell'ambiente esterno. I bambini con mamme ansiose, percependo il contesto come minaccioso, avranno maggiori probabilità di sviluppare un disturbo d'ansia. La ricerca, pubblicata su Emotion, fornisce anche un metodo relativamente semplice per identificare quali bambini saranno maggiormente esposti ai disturbi d'ansia da adulti. Ciò al fine di favorire interventi precoci e maggiormente efficaci. Nello studio sono stati esaminati 98 bambini di età compresa tra i 4 e i 24 mesi. L'ansia delle mamme è stata valutata mediante questionari, mentre l'attenzione dei bambini è stata registrata con l'eye tracking. I bambini dovevano guardare uno schermo sul quale erano proiettate immagini di volti con espressioni diverse. Dopo alcuni istanti, in una parte periferica del campo visivo apparivano atri stimoli finalizzati a distrarre l'attenzione. Anche i bambini molto piccoli hanno un riflesso che automaticamente tende a spostare lo sguardo su qualsiasi cosa venga percepita alla periferia del campo visivo. I ricercatori hanno scoperto che i bambini accuditi da madri ansiosi avevano difficoltà (tempi più lunghi) nel distrarre lo sguardo quando a schermo erano presenti stimoli minacciosi. Inoltre questa incapacità di distrarsi dal pericolo è risultata costante a prescindere dall'età dei bambini (dai 4 ai 24 mesi). Quest'ultimo dato sembra rendere meno probabile l'ipotesi secondo la quale i bambini apprendano l'ansia dai comportamenti della mamma. Se così fosse, infatti, si dovrebbe notare un progressivo aumento dell'attenzione dedicata al pericolo in proporzione al tempo passato ad apprendere che il "mondo è minaccioso". I ricercatori suggeriscono quindi l'ipotesi genetica. Io al contrario ritengo, ma questa è solo un opinione (non scientifica), che è ragionevole immaginare una serie di meccanismi, prima biologici e poi comportamentali, capaci di modellare le reazioni percettive del bambino in età molto precoce, cioè prima dei 4 mesi. Comunque,  a prescindere da quale sia la componente più significativa nell'eziologia del disturbo d'ansia (se quella ambientale o quella genetica), il valore del presente studio consiste nell'aver identificato una correlazione chiara tra ansia e qualità dell'attenzione in risposta a stimoli minacciosi. Correlazione che potrebbe essere utilizzata in futuro come indicatore diagnostico precoce. Link Fonte