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Le vibrazioni dell'auto favoriscono la sonnolenza.

 

sonnolenza alla guida
Le vibrazioni prodotte dalle automobili ci rendono meno concentrati e meno attenti. Dopo soli 15 minuti aumenta la sonnolenza e rallentano i riflessi.

Chi si è trovato nella necessità di far addormentare un bambino di pochi mesi lo sa benissimo, dove tutto fallisce la macchina può realizzare il miracolo. Bastano circa 30 minuti e l'irriducibile poppante cede al sonno. Intuitivamente sappiamo anche che il fattore principale, capace di trasformare una autovettura nella più efficace delle culle, è rappresentato dalle vibrazioni. Ma quando il bambino cresce e diventa adulto cosa succede? La macchina ha ancora il potere di farlo rilassare come quando era bambino? Purtroppo la risposta è affermativa. Le statistiche parlano di un buon 20% di incidenti causati dalla stanchezza e dalla distrazione dei conducenti. Un recente studio ha evidenziato che le vibrazioni, alle quali è sottoposto anche il conducente, rappresentano una delle cause maggiori della sonnolenza. Quando siamo stanchi, magari dopo un lungo viaggio, esiste la possibilità di essere vittime di un colpo di sonno. I ricercatori hanno ora scoperto che le dolci vibrazioni trasmesse dai sedili delle auto favoriscono la sonnolenza cullando il corpo. Vibrazioni costanti a bassa frequenza, il tipo di vibrazioni che sperimentiamo in auto, nei camion o nell'autobus, inducono progressivamente la sonnolenza anche in soggetti ben riposati ed in buona salute. Dopo soli 15 minuti la sonnolenza inizia già a farsi sentire, dopo mezz'ora ha un impatto significativo sulle capacità di rimanere concentrati e vigili. Il team di ricerca ha testato 15 volontari in un simulatore virtuale che replica l'esperienza di guida su una monotona autostrada a due corsie. Nel simulatore è stato installato un sistema che permette di controllare la frequenza delle vibrazioni. Ogni volontario ha eseguito due prove, una sottoponendosi a vibrazioni comprese tra i 4 e i 7 Hz, l'altra in assenza di vibrazioni. La stanchezza, indotta dalla vibrazioni, rende psicologicamente e fisiologicamente più difficile svolgere compiti mentali. Ciò provoca una attivazione del sistema nervoso finalizzata a compensare la situazione di stress, questa attivazione è visibile analizzando la variabilità della frequenza cardiaca. Osservando la variabilità della frequenza cardiaca dei volontari (HRV), i ricercatori sono stati in grado di ottenere una misura obiettiva di come si sentivano i guidatori durante i 60 minuti di durata complessiva di ogni test. Entro i primi 15 minuti dall'inizio del test vibratorio, i volontari mostravano segni di sonnolenza. Entro i primi 30 minuti, la sonnolenza è stata così significativa da richiedere  uno sforzo notevole per mantenere gli stessi livelli di vigilanza e di prestazioni cognitive. La sonnolenza è aumentata progressivamente durante il test, raggiungendo il picco a 60 minuti. Dalla ricerca è emerso anche che da alcune vibrazioni, a frequenze diverse, si possono ottenere effetti opposti, effetti che vanno ad aumentare la vigilanza e la concentrazione. L'obbiettivo finale consiste nello sviluppare una tecnologia che permetta di manipolare le frequenze dei sedili per auto (almeno quello del guidatore) al fine di ridurre i rischi di incidenti stradali come conseguenza di distrazioni, stanchezza o sonnolenza. Bisogna trovare un modo per interrompano questo "effetto cullante" o, meglio ancora, di rimodularlo al fine di avere un effetto compatibile con i difficili compiti psicologici connessi alla guida di una autovettura. In attesa dei progressi tecnologici sperati è nostro compito ricordare che, anche se non ne siamo più consapevoli, alla guida di una macchina tendiamo a rilassarci come quando da bambini i nostri genitori ci portavano a spasso per farci addormentare. Link Fonte