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Meglio evitare il sarcasmo con bambini di età inferiore agli 8 anni.

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Maggiori sono le competenze empatiche acquisite dai bambini maggiore è la loro capacità di decodificare il sarcasmo.

Il sarcasmo infatti è una forma di comunicazione particolarmente difficile da apprendere, in genere non viene riconosciuta prima dei 6 – 8 anni di età. Le prime decodifiche inoltre sono legate a schemi comunicativi particolarmente familiari per il bambino magari appresi durante la fase del gioco, ad esempio quando le espressioni “grazie mille!” o “ben fatto!” sono chiaramente e ripetutamente associate a comportamenti che il bambino riconosce come negativi o proibiti.

Lo studio ha coinvolto 31 bambini di età compresa tra gli 8 e i 9 anni. I bambini sono stati testati in compiti che richiedevano loro la capacità di riconoscere il sarcasmo. Ogni bambino è stato valutato 12 volte, con diverse marionette (gli attori) e diversi scenari (i contesti).

Le capacità di empatia dei bambini inoltre sono state misurate separatamente.

I risultati indicano che i bambini con abilità empatiche più sviluppate sono stati capaci di riconoscere e decodificare il sarcasmo con una frequenza doppia rispetto agli altri. In una prima fase dell’esperimento i ricercatori hanno analizzato anche un gruppo di età compresa tra i 6 e i 7 anni, ma questo gruppo è stato presto abbandonato a causa della totale incapacità da parte dei minori di riconoscere il sarcasmo.

Il linguaggio sarcastico, soprattutto nelle forme non familiari, è un vero rebus per la maggior parte dei bambini. Questo studio ci aiuta a capire perché alcuni bambini sembrano affrontare meglio questa sfida rispetto ad altri.

Ma, soprattutto, ci ricorda che l’uso del sarcasmo, quando ci si rivolge a bambini molto piccoli, non solo non rappresenta una forma di comunicazione efficace ma, al contrario, ha spesso il solo effetto di aumentare il livello di confusione del messaggio inibendo di fatto la strutturazione del rapporto. Fonte