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Memoria e intelligenza. Dimenticare è necessario.

memoria e intelligenza

L'obiettivo della memoria non è quello di conservare nel tempo le informazioni accurate di ciò che è accaduto, ma di guidare ed ottimizzare il processo decisionale tenendo conto solo di ciò che è più utile.

Avere una buona memoria, in base al senso comune, equivale a possedere la capacità di ricordare il maggior numero di informazioni per più tempo possibile. E, fino a poco tempo fa, anche i neuroscienziati consideravano l'incapacità di ricordare i dettagli di eventi passati come indicatore di un fallimento nel meccanismo che il cervello utilizza per memorizzare e richiamare le informazioni. Ma le ultime ricerche suggeriscono che i nostri cervelli compiano uno sforzo attivo finalizzato alla rimozione dei ricordi non più necessari. Secondo questa ipotesi, l'obbiettivo principale della memoria non è di conservare le informazioni nel modo più accurato possibile, ma è di fornire indicazioni utili e snelle al processo decisionale che è alla base dell'adattamento e quindi della sopravvivenza. In quest'ottica il cervello ha continuamente bisogno di fare pulizia dei ricordi che non ritiene necessari al fine di mantenere freschi e disponibili i dati più significativi. La ricerca, pubblicata su Neuron, riesamina la letteratura scientifica inerente la capacità di ricordare, o persistenza, e i nuovi studi scientifici che indagano la dimenticanza o transitorietà. Il recente aumento delle ricerche relative ai meccanismi cerebrali che favorisco la dimenticanza sta rivelando la funzione adattiva di questo fenomeno che in precedenza era considerato solo un malfunzionamento. Ci sono prove dell'esistenza di meccanismi finalizzati alla rimozione dei ricordi, uno di questi consiste nell'indebolimento o nell'eliminazione delle connessioni sinaptiche tra i neuroni in cui vengono codificati i dati. Un altro meccanismo consiste nella generazione di nuovi neuroni a partire dalle cellule staminali. Quando questi neuroni si integrano nell'ippocampo vanno a rimodellare i circuiti preesistenti sovrascrivendo le memorie "salvate" in quelle connessioni e rendendole di fatto inaccessibili. Questo fenomeno è alla base della scarsa memoria tipica dei bambini molto piccoli, la continua produzione di neuroni ed il conseguente riassestamento neuronale rende difficile la permanenza dei ricordi. Può sembrare strano che il cervello sia disposto a consumare così tanta energia, creando nuovi neuroni, a scapito della conservazione delle memorie. Tuttavia, basandosi su ricerche condotte nel campo dell'intelligenza artificiale (AI), sembra che questo continuo processo di memorizzazione e oblio garantisca i risultati migliori in termini di apprendimento. Un apprendimento migliore garantisce scelte più intelligenti (la nostra vita consiste in un flusso ininterrotto di grandi e piccole scelte), e quindi massimizza le probabilità di sopravvivenza. Dimenticare è necessario per almeno due ragioni: innanzitutto, ci permette di adattarci a nuove situazioni lasciando andare informazioni obsolete e potenzialmente fuorvianti. In secondo luogo dimenticare facilita le decisioni perché riduce il numero di variabili da dover considerare. Ciò promuove il processo di generalizzazione tra gli eventi passati e nuovi. Nell'intelligenza artificiale questo principio prende il nome di "regolarizzazione". Link Fonte