Ultimo aggiornamento:

Nuova terapia per il disturbo ossessivo compulsivo.

terapia-disturbo-ossessivo-compulsivo
Mi sono ricordato di chiudere la porta? Ho spento i riscaldamenti? Le luci erano ancora accese quando sono uscito di casa questa mattina? E il gas?

Questi dubbi sono comuni nella vita di tutti noi, ma per chi soffre del disturbo ossessivo compulsivo o DOC (in inglese obsessive-compulsive disorder o OCD) la frequenza di questi pensieri e la necessità di esercitare un controllo costante, attraverso dei comportamenti che spesso assumono le sembianze di veri e propri rituali, rischia di invadere tutto il tempo sottraendo le energie necessarie per ogni altra attività.

L’intera giornata è occupata da una serie interminabile di verifiche, che si fanno sempre più rigorose e rischiano di confinare il soggetto “aree sicure” sempre più ristrette. Con il risultato che diventa difficile anche solo uscire di casa.

Adam Radomsky, un professore del dipartimento di Psicologia della Concordia University sembra aver sviluppato un nuovo protocollo terapeutico efficace per il trattamento del disturbo ossessivo compulsivo.

Sulla base di ricerche precedenti condotte con altri colleghi del Regno Unito ora sta verificando l’efficacia di questo nuovo approccio.

Per anni il metodo migliore per trattare il disturbo ossessivo compulsivo è stato rappresentato da un complesso processo terapeutico che prende il nome di ERP (exposure and response prevention cioè esposizione con prevenzione della risposta).

In sostanza i soggetti sono “esposti” alle loro peggiori paure fino a quando la loro ansia non diminuisce, e questo li abitua a diminuire il loro iper controllo.

Lo scopo della esposizione è ridurre l'ansia generata dagli stimoli temuti, la prevenzione della risposta consiste nella sospensione dei comportamenti compulsivi messi in atto per fronteggiare l'ansia.

Si espone il paziente agli stimoli ansiogeni al fine di abituarlo a tollerare l'ansia. L’obbiettivo inoltre è di alterare il legame tra lo stimolo attivante (le situazioni che generano ansia) ed il comportamento disadattivo (rituale).

Nel concreto però questo tipo di trattamento viene spesso rapidamente sospeso dai pazienti. I tassi di rifiuto dell’ERP sono talmente alti da rendere necessario lo sviluppo di un protocollo terapeutico  alternativo, altrettanto efficace ma più tollerato dai soggetti, per la cura del disturbo ossessivo compulsivo.

Il trattamento proposto da Radomsky si basa su ricerche precedenti dalle quali è emerso che i soggetti con D.o.c. tendono ad esercitare un controllo eccessivo sul contesto a causa di un senso di responsabilità ipersviluppato.

Il pensiero implicito alla base è “ se non ci sono io a controllare il gas, nessuno lo farà per me, e se io non esercito un controllo costante ed attento le conseguenze potrebbero essere veramente terrificanti”.

Inoltre, la ripetizione continua di tali verifiche si traduce in una progressiva perdita di fiducia nei confronti dell’efficacia delle proprie capacità di controllo.

In sintesi:

->Eccessivo senso di responsabilità (senso di colpa) + sopravvalutazione delle conseguenze negative di un eventuale errore

-> pensieri ossessivi

->controlli compulsivi (rituali)

-> maggiore frequenza dei controlli = minore fiducia nelle proprie capacità di controllo

->se il controllo è meno efficace è necessario aumentare la frequenza del controllo.

Il nuovo protocollo intende agire sulla esagerata percezione di responsabilità e sulle idee eccessivamente catastrofiche delle eventuali conseguenze di un non controllo.

In questa metodologia si pone dunque l’accento sui processi mentali piuttosto che sul comportamento agito. L’obbiettivo consiste nel modificare le idee relative alla responsabilità personale (spesso legata al senso di colpa) e nel potenziare la fiducia sulle capacità di vigilanza.

Il tutto attraverso esercizi di normalizzazione del senso di colpa e attraverso il potenziamento della fiducia riposta sulle proprie capacità cognitive.

Il protocollo sviluppato in laboratorio deve ora essere testato sul campo.

Fonte: Concordia University (2012, April 10). Overcoming obsessive-compulsive disorder.