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Perché non posso farmi il solletico da solo? Lo strano legame tra solletico e dolore.

solletico e dolore

L'impossibilità di farsi il solletico da soli e l'efficacia dell'auto manipolazione nella riduzione del dolore dipendono dallo stesso meccanismo.

Come riesce il cervello a distinguere tra le sollecitazioni tattili auto indotte e quelle provenienti dal mondo esterno? Come è possibile che la stessa sollecitazione possa essere interpretata come un solletico insopportabile, se prodotta da qualcun'altro, o del tutto ignorata quando auto indotta? Perché, dopo aver sbattuto il mignolo contro il comodino, ci vine spontaneo massaggiarlo, e massaggiandolo il dolore sembra diminuire? Il nostro cervello sembra ridurre l'intensità della percezione sensoriale proveniente da aree specifiche della pelle quando "si accorge" che la percezione è la conseguenza di una attività auto indotta. La capacità di distinguere tra Sé e gli altri è estremamente importante, sembra che la definizione dei confini corporei avvenga sin dalla vita intrauterina, con i primi calci dentro la pancia della mamma. Successivamente il cervello dei neonati acquisisce informazioni relative al sé grazie al contatto con le figure di riferimento e grazie alla sempre più efficiente funzione esplorativa. I problemi con la funzione relativa alla definizione del Sé sono comuni in alcuni disturbi psichiatrici gravi. Ad esempio la maggior parte delle persone non riesce a farsi il solletico da sola, tuttavia alcuni schizofrenici hanno questa capacità, e ciò suggerisce che il loro cervello interpreti in modo diverso le percezioni sensoriali. In una recente ricerca si è cercato di capire cosa accade nel sistema nervoso quando una persona viene toccata da un altra persona e quando, al contrario, si "auto tocca". I risultati indicano che il cervello riduce l'elaborazione della percezione sensoriale quando si accorge che gli stimoli sono auto indotti. Lo studio è stato condotto sottoponendo diversi volontari a scansione cerebrale mediante risonanza magnetica funzionale (fMRI) mentre gli sperimentatori stimolavano la pelle delle loro braccia o invitavano i volontari ad auto accarezzarsi. Nell'analizzare la reazione del sistema nervoso a queste due forme di contatto, quella auto indotta e quella proveniente dall'esterno, i ricercatori hanno notato una riduzione dell'attività cerebrale quando i soggetti si sono auto indotti stimoli tattili. Inoltre si è visto che questa differenza nell'intensità dell'elaborazione è già riscontrabile al livello del midollo spinale, prima cioè che i dati sensoriali vengano  trasmessi al cervello. Come è noto, la pelle contiene recettori sensoriali che reagiscono al tatto, alla pressione, al caldo e al freddo. Le informazioni raccolte da questi "sensori" vengono poi trasmesse, attraverso il midollo spinale, ad alcune aree specifiche del cervello deputate alla loro elaborazione. I risultati di questo studio sono compatibili con l'ipotesi teorica secondo la quale il cervello tenta di prevedere le conseguenze sensoriali di ogni nostra azione. Il risultato di questo accurato tentativo di previsione consiste in un sistematico ridimensionamento di ogni percezione sensoriale considerata come auto indotta. Le informazioni sensoriali che presumibilmente sono la conseguenza di una nostra azione motoria volontaria vengono di fatto silenziate. Questo al fine di evitare calcoli su dati già attesi e lasciare che il sistema di elaborazione si concentri su ciò che ancora non è noto. Si tratta di "economia in grande stile". Questo meccanismo collega due fenomeni apparentemente diversi: l'impossibilità di farsi il solletico da soli e l'effetto antidolorifico che ha l'auto manipolazione su parti del corpo che stanno inviando segnali di dolore. In entrambi i casi il cervello "abbassa il volume" dei segnali conseguenti all'auto stimolazione e riduce le risorse impiegate nell'elaborazione dei dati sensoriali. Inoltre, stando ai risultati di questo studio, sembra che la modulazione degli stimoli auto indotti avvenga già a livello di midollo spinale. Link Fonte