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Sbadigliare per raffreddare il cervello.

Sbadigliare
Da sempre considerato un sintomo di noia o di stanchezza, lo sbadiglio potrebbe essere anche sintomo di un cervello troppo riscaldato.

Uno studio condotto dal dipartimento di Ecologia e Biologia Evolutiva dalla Princeton University, è il primo ad evidenziare che, la frequenza dello sbadigliare, varia con il variare delle stagioni e che le persone sbadigliano molto meno quando la temperatura dell'ambiente e più calda rispetto alla temperatura corporea.

I ricercatori suggeriscono che questa differenza nella frequenza degli sbadigli in stagioni diverse potrebbe supportare la teoria che vede nello sbadiglio un metodo che il corpo adotta per regolare la temperatura del cervello.

La ricerca è stata condotta su un totale di 160 persone, 80 persone analizzati durante l'inverno ed 80 persone analizzati durante l'estate. I dati mostrano che il campione analizzato aveva una frequenza di sbadigli molto maggiore durante l'inverno. Al contrario d’estate, quando la temperatura esterna era equivalente a quella corporea, il numero di sbadigli diminuiva sensibilmente.

Questi dati vanno a rendere maggiormente solida la teoria che vede il meccanismo del controllo dello sbadiglio come una parte di un sistema fisiologico di termoregolazione del corpo.

Nonostante le numerose teorie ipotizzate nei decenni passati, sono state pochissime le ricerche sperimentali che hanno portato prove significative che spiegassero l'aspetto fisiologico dello sbadiglio, ne è riprova il fatto che tuttora non c'è una visione condivisa del fenomeno.

La teoria secondo la quale lo sbadiglio ha una funzione di termoregolazione ipotizza che il meccanismo di attivazione degli sbadigli sia sollecitato dall'incremento della temperatura corporea, e che la conseguenza fisiologica dello sbadigliare consista in un raffreddamento soprattutto nell’area del cervello.

Si ipotizza che l'effetto refrigerante dello sbadiglio sia la conseguenza di:

un maggior afflusso di sangue all’encefalo causato dall'apertura della mandibola

e, allo stesso tempo, dello scambio termico con l’aria di un ambiente più fresco conseguente alla profonda inalazione.

In base a tale ipotesi, è la temperatura dell'aria all'esterno che conferisce allo sbadiglio la sua utilità in termini di termoregolazione.

Sbadigliare dovrebbe essere contro produttivo (e quindi inibito) in ambienti dove la temperatura supera quella corporea, questo perché inalare area calda attraverso una profonda ispirazione non favorirebbe il raffreddamento del cervello.

In altre parole, è ipotizzabile aspettarsi un intervallo preciso di temperature all'interno delle quali la frequenza degli sbadigli dovrebbe essere massima.

Date queste premesse, gli sperimentatori hanno misurato l'incidenza degli sbadigli su soggetti presi a caso durante l'estate e durante l'inverno in Arizona.

Ai 160 soggetti, per favorire l'innescarsi del fenomeno, sono state mostrate immagini di persone nell'atto di sbadigliare, è noto infatti che lo sbadiglio è contagioso.

Lo studio ha evidenziato una frequenza molto più alta di sbadigli nei soggetti testati durante il periodo nel quale la temperatura esterna era significativamente più bassa della temperatura corporea.

Circa la metà dei soggetti testati durante l'inverno ha sbadigliato dopo aver visto l'immagine di un uomo che sbadigliava, di contro appena un quarto dei soggetti testati durante l'estate ha mostrato lo stesso comportamento.

Questa è la prima ricerca che dimostra la correlazione tra la frequenza degli sbadigli e la temperatura ambientale, l'applicazione di questa ricerca è interessante, non solo come curiosità da salotto o per ampliare le conoscenze della fisiologia di base, ma anche per comprendere meglio condizioni patologiche associate a disfunzioni della termoregolazione.

Questi risultati forniscono un supporto ulteriore all'ipotesi che associa alla frequenza eccessiva di sbadigli un segno diagnostico per identificare disfunzioni nella termoregolazione corporea.

 

Fonte: Princeton University (2011, September 20). More than a sign of sleepiness, yawning may cool the brain.