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Siamo dipendenti dallo smartphone? La nostra autovalutazione è inaffidabile, solo un'App può aiutarci!

 

dipendenza da smartphone
Paradossalmente sembra che la nostra dipendenza da smartphone sia valutabile solo grazie allo smartphone stesso. Le nostre impressioni soggettive sono così inaffidabile da essere considerate forvianti per la ricerca.

A chi non è mai capitato di sentirsi dire "lascia stare quel telefono" e pensare, "ma io non lo uso mai! Perché non pensi a te, che hai una vera e propria dipendenza ..." Ci accorgiamo molto facilmente della dipendenza da smartphone quando la vediamo negli altri, ma non riusciamo a riconosce la nostra tendenza, spesso compulsiva, a controllare sms, news, e notifiche di Facebook, Whatsapp e social di vario tipo. Il nostro rapporto con lo smartphone, sia che si tratti di lunghe sessioni di navigazione o chat dove il tempo sembra volare, sia che si tratti delle innumerevoli verifiche delle altrettanto innumerevoli notifiche, sembra appartenere al dominio dell'inconscio. Siamo a tal punto inconsapevoli di quanto spesso  utilizziamo il telefono che i ricercatori specializzati nello studio della dipendenza da dispositivi elettronici hanno compreso che ogni statistica basa su questionari e resoconti personali è totalmente inattendibile. I comportamenti legati allo smartphone sono in larga misura "automatici" e, pertanto, sfuggono al controllo della memoria. È necessario dunque uno strumento che tenga traccia di ciò che le persone fanno e non di ciò che possono ricordare. E lo strumento è, paradossalmente, lo smartphone stesso. O meglio una App, che in modo impietoso e freddo tenga traccia del tempo trascorso al telefono, del numero di controlli, e di ogni altra interazione significativa utile a delineare il comportamento dell'utente. In un recente studio si è visto infatti che le persone tendo a sottostimare sistematicamente sia la quantità di tempo passato ad utilizzare lo smartphone, sia il numero di interazioni finalizzate al controllo di eventuali notifiche. Utilizzando i dati prodotti da una semplice app di monitoraggio per un breve periodo di tempo, solo 13 giorni, i ricercatori sono arrivati a concludere che:
  • Ogni individuo ha uno stile di utilizzo dello smartphone ripetitivo e coerente, ad esempio se oggi ho controllato il mio telefono 80 volte è probabile che domani e dopo domani lo controllerò con una frequenza simile.
  • Da ciò si deduce che la frequenza e il tempo di utilizzo del dispositivo da parte di un individuo è facilmente prevedibile a partire da un numero limitato di dati. Bastono pochi giorni per profilare un comportamento che appare stabile e abitudinario.
  • Un sondaggio standard, basato sulla classica intervista o questionario, non produce dati attendibili. Le persone tendono a sottostimare sempre e comunque il loro bisogno di interagire con lo smartphone. Questo è un problema abbastanza serio se si considera che la maggior parte delle ricerche sulla dipendenza da cellulare si sono basate, fino ad ora, proprio sulla metodica dei questionari.
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