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Smettere di fumare: tv e cinema innescano meccanismi automatici che rinforzano la dipendenza.

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Guardare altre persone fumare, non importa se nel mondo reale, in TV o al cinema, attiva nei fumatori l’attività di specifiche aree del cervello responsabili della pianificazione dei movimenti necessari ad accendere una sigaretta.

Questa è la conclusione di un nuovo studio pubblicato su numero di Gennaio 2011 del Journal of Neuroscience.

I fumatori abituali ripetono gli stessi movimenti decine di volte al giorno e, stando a quanto scoperto da Todd Heatherton e Dylan Wagner del Dartmouth College, per attivare la zona del cervello responsabile di tale routine è sufficiente guardare qualcun altro nell’atto di fumare o di accendersi una sigaretta.

I ricercatori hanno scoperto che vedere queste azioni, anche se in un contesto virtuale come quello di un film, attiva le stesse aree del cervello che si attiverebbero se i soggetti iniziassero ad immaginare di accendersi una sigaretta.


Questi risultati confermano ciò che i fumatori sanno già benissimo, e cioè che è molto più difficile smettere di fumare se si è circondati da persone, o stimoli, che richiamano con frequenza tale attività.

 

Ma è importante notare che la ricerca evidenzia il dato oggettivo di un processo cerebrale (immaginare di compiere i gesti necessari ad accendersi una sigaretta) che si attiva in automatico in conseguenza di uno stimolo visivo (vedere qualcuno nell’atto di fumare). Meccanismo ben diverso da ciò che invece, nel senso comune viene semplificato con riferimenti alla poca volontà o alla incapacità di resistere alle pressioni sociali. Semplificazione che spesso non fa che aumentare nel fumatore il senso di colpa e di impotenza.

“I nostri risultati confermano gli studi precedenti nei quali si afferma che i  fumatori che escono dalle sale cinematografiche dove sono stati proiettati film con immagini di persone che fumano sono più propensi ad accendersi una sigaretta” ha detto Wagner.

Durante lo studio, 17 fumatori e 17 non fumatori hanno guardato i primi 30 minuti del film “Il genio della truffa” (Matchstick Men, 2003), mentre la loro attività cerebrale era registrata dalla risonanza magnetica funzionale (fMRI). I ricercatori hanno scelto questo film perché nelle scene selezionate venivano messe in evidenza attività relative al fumo ma non collegate a tematiche inerenti l’uso di alcol, la violenza, o con contenuti sessuali.

I soggetti volontari non sapevano che lo studio era relativo alla dipendenza da nicotina. Quando i fumatori sono stati sottoposti agli stimoli contenenti immagini di persone intente a fumare l’attività dell’area del cervello del solco intraparietale, una parte del lobo parietale, ha mostrato un significativo aumento, come se i soggetti fossero intenti a coordinare i movimenti muscolari necessari per compiere gli atti che visionavano sullo schermo (vedi: Cellule Specchio). Nei fumatori si attivavano le aree muscolari relative alla mano (destra o sinistra nel caso di mancini) che normalmente usano per accendere le sigarette.

Ai fumatori che cercano di smettere spesso si consiglia di evitare i contatti con altri fumatori e di rimuovere tutti gli stimoli che in qualche modo sono collegati con la dipendenza da nicotina (es. accendini, cerini, posacenere, ecc…) ma nessuno dice loro che anche lo stimolo visivo che proviene dalla tv o da una scena vista al cinema è sufficiente ad attivare parte di un processo mentale che vorrebbero rimuovere.

In America il Centers for Disease Control and Prevention ha avvertito che l'esposizione al “fumo” sullo schermo televisivo e nei cinema rende gli adolescenti più propensi a fumare.

Scott Huettel, un esperto in neuroscienze della Duke University, ha detto che gli scienziati sanno da tempo che gli stimoli visivi possono innescare il desiderio per una droga ma “questa affermazione ora può essere supportata da un numero crescente di prove che indicano come la dipendenza è rafforzata non solo dal farmaco, ma anche dalle immagini relative ad altri che sono coinvolti in attività di uso/abuso di tale sostanza”.

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