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Un vecchio antidepressivo potrebbe essere la futura cura del Parkinson

Curare il Parkinson con gli antidepressivi
Una sostanza usata da più di 50 anni come antidepressivo, la nortriptilina, sembra essere in grado di curare il Parkinson, rallentandone l'insorgenza.

La nortriptilina, un principio attivo della classe degli antidepressivi triciclici, utilizzato da molti anni come terapia contro la depressione, l'enuresi notturna e il dolore neuropatico sembra essere efficace anche per curare il Parkinson. In uno studio condotto dai ricercatori della Michigan State University e pubblicato sulla rivista Neurobiology of Disease si afferma che la nortriptilina è in grado di bloccare l'accumulo anormale di proteine nel cervello. Accumulo che sembra essere la causa della malattia di Parkinson. I ricercatori, dopo aver constatato che la depressione spesso accompagna la malattia di Parkinson, hanno deciso di verificare l'ipotesi secondo la quale l'utilizzo di un antidepressivo possa in qualche modo rallentare l'esordio della malattia. Hanno analizzato i dati dei pazienti e si sono accorti che i soggetti curati con antidepressivi tendevano a ritardare l'inizio delle cure standard con levodopa. La somministrazione di levodopa è finalizzata non tanto alla cura del Parkinson, quanto alla riduzione dei sintomi della malattia. Assumendo levodopa si aumentano i livelli di dopamina. La dopamina è, come noto, il neurotrasmettitore che smette di essere prodotto in caso di Parkinson. Quindi, se i soggetti curati con antidepressivi ritardano l'utilizzo di levodopa è logico ipotizzare che qualche cosa, nella cura con antidepressivi, ha il potere rallentare la degenerazione progressiva del sistema di trasmissione dopaminergico. Per verificare tale ipotesi sono stati trattati dei topi con nortriptilina. L'antidepressivo triciclico ha ridotto l'accumulo di proteine anomale nel cervello dell'animale. L'accumulo di questa proteina, nota come alfa-sinucleina, causa la morte delle cellule neuronali ed è ormai considerato un marcatore chiaro della malattia di Parkinson. Le proteine, spiegano i ricercatori, si muovono continuamente e cambiano costantemente forma. L'aggiunta di nortriptilina all'alfa-sinucleina velocizza il movimento e il cambiamento di forma e riduce le probabilità che queste proteine si accumulino tra di loro creando ammassi dannosi per le cellule. L'idea di impedire alle proteine di aggregarsi velocizzando il loro movimento e la loro modificazione tridimensionale è originale e nuova. Gli autori concludono affermando che questa scoperta trasforma un antidepressivo testato da più di 50 anni e relativamente ben tollerato dall'organismo in una reale cura per il Parkinson. Cura capace di rallentare il progresso della malattia e non solo di attenuare i sintomi. La successiva fase della ricerca prevede il passaggio dal modello animale a soggetti umani. Link Fonte