Violenza e maltrattamenti in età precoce rendono più vulnerabili allo stress, all'ansia e alla depressione
Il cervello dei bambini che hanno vissuto traumi legati alla violenza domestica mostra lo stesso schema di attività osservato precedentemente in soldati esposti al combattimento.
Lo studio è il primo ad applicare l'imaging funzionale del cervello, la risonanza magnetica funzionale, per esplorare l'impatto degli abusi fisici e della violenza domestica sullo sviluppo emotivo dei bambini.
Una reattività accentuata, espressa ad esempio sotto forma di rabbia o di fuga, nei confronti di ogni forma di minaccia può rappresentare una risposta adattiva evolutivamente efficace, ma solo nel breve periodo.
Al contrario un alto livello di allerta, di ipervigilanza, protratto troppo a lungo può rappresentare un fattore di rischio su base neurobiologica. Andando ad aumentare la vulnerabilità nei confronti di patologie psicologiche quali l’ansia, gli attacchi di panico e la depressione.
Il maltrattamento subito in età infantile è considerato uno dei fattori più potenti di rischio ambientale associato con l’insorgenza in età adulta di ansia e di depressione, nonostante ciò si sa relativamente poco su come tali esperienze “entrino sotto la pelle” andando ad aumentare la vulnerabilità fisica e psicologica del soggetto in età matura.
Il nuovo studio mostra che i bambini con documentata esposizione alla violenza domestica differiscono, rispetto ai soggetti normali, nella loro risposta cerebrale a specifici stimoli emotivi, rappresentati nell’esperimento da foto di volti arrabbiati o tristi.
Quando vengono presentate loro foto di volti arrabbiati, i bambini con una storia di abuso mostrano una iper atività cerebrale nelle regioni della corteccia insulare anteriore e dell'amigdala, regioni coinvolte nella rilevazione delle minacce e nella anticipazione del pericolo.
Questi cambiamenti non sono da considerarsi come danni o lesioni permanenti, ma come un “adattamento” da parte del cervello ad un contesto ambientale pericoloso. Tuttavia questa forma di adattamento, che garantisce maggiore reattività in caso di pericolo, espone i soggetti a livelli difficilmente sopportabili di stress.
Questo studio sottolinea la pericolosità, per l’equilibrio emotivo di un bambino in fase di crescita, di un contesto ambientale contraddistinto da violenza, fisica o psicologica.
Esperienze traumatiche in età infantile hanno un effetto misurabile sul cervello, a livello neurale, anche in assenza di evidenze sintomatologiche di tipo ansioso o depressivo.
Fonte: Cell Press (2011, December 5). Child abuse changes the brain, study finds.