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120 passi al minuto sono il modo migliore per ottimizzare l'ossigenazione del cervello.

Camminare fa bene al cervello

Camminare fa bene, lo sappiamo tutti. Rilassa la mente, tonifica i muscoli, irrobustisce le ossa e tiene in allenamento il cuore. Quello che non tutti sanno è che favorisce, grazie all'azione meccanica delle onde di pressione conseguenti all'impatto con il suolo, la giusta irrorazione di sangue al cervello.

I ricercatori New Mexico Highlands University (NMHU) hanno scoperto che l'impatto del piede al suolo durante la camminata trasmette onde di pressione attraverso le arterie che modificano e migliorano in modo significativo la fornitura di sangue, e quindi di ossigeno, al cervello. La ricerca è stata presentata alla riunione annuale dell'APS in occasione del meeting annuale Experimental Biology 2017 a Chicago. Fino a poco tempo fa si riteneva che l'apporto di sangue al cervello (cerebral blood flow or CBF) fosse regolato da meccanismi involontari del corpo e poco soggetto alle fluttuazioni della pressione sanguigna conseguenti allo sforzo o all'esercizio fisico. Il gruppo di ricerca del New Mexico Highlands University (NMHU), in collaborazione con altri ricercatori, aveva già dimostrato tempo fa che l'impatto del piede durante la corsa (forza stimata 4 - 5 G) causava onde d'urto retrograde, trasmesse attraverso le arterie, capaci di influenzare la regolazione del flusso sanguigno cerebrale. Nell'attuale studio, il team di ricerca ha utilizzato ultrasuoni non invasivi per misurare il diametro delle arterie carotidee e la velocità delle onde di propagazione del sangue nelle stesse. Ciò al fine di stimare con precisione la quantità esatta del flusso sanguigno (CBF) in entrambi gli emisferi cerebrali di 12 adulti sani. La valutazione è stata condotta a riposo, in condizioni di postura eretta e in condizioni di deambulazione (1 metro al secondo). I ricercatori hanno scoperto che nonostante l'impatto, durante la camminata, sia meno violento rispetto quello della corsa, l'atto del camminare produce onde di pressione più ampie nel corpo con un conseguente aumento significativo del flusso sanguigno al cervello. I dati indicano che il flusso di sangue al cervello è molto dinamico e dipende direttamente delle pressioni cicliche delle aorte, le quali a loro volta interagiscono con le onde retrograde provenienti dall'impatto dei piedi con il suolo. C'è un continuum di effetti emodinamici (assoggettati alle leggi fisiche che governano i fluidi, ossia alla meccanica dei fluidi) sul flusso sanguigno del cervello umano. Possiamo tenere conto di questi dati per favorire il più possibile il buon funzionamento del nostro cervello. Il ritmo migliore sembra essere di 120 passi al minuto. L'equivalente di una camminata veloce. Link Fonte