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Ansia, fobie, evitamento, quali sono le regioni del cervello coinvolte nella regolazione della risposta alle minacce?

diagnosi precoce ansia depressione

Le aree del cervello coinvolte nei disturbi d'ansia. Danni alla corteccia orbitofrontale (OFC), una regione che è parte della corteccia prefrontale, aumentano le risposte difensive conseguenti alla percezione della minaccia.

Alcune regioni del cervello, tra cui la corteccia orbitofrontale, sono state identificate per il loro ruolo  nei disturbi d'ansia. Ricerche precedenti hanno collegato l'aracnofobia ed il disturbo d'ansia generalizzato ad una diminuita attività, rispettivamente della corteccia orbitofrontale laterale e mediale. Come noto, una delle caratteristiche dei disturbi d'ansia consiste nell'eccessiva attenzione che il soggetto dedica al rilevamento della minaccia. Le subregioni mediali e laterali della corteccia orbitofrontale sembrano avere un ruolo specializzato nella mediazione dei sintomi specifici dei disturbi d'ansia. In base ai risultati di un recente studio si è visto che, scimmie alle quali sono state lesionate le aree orbitofrontali mediali e laterali hanno evidenziato una risposta significativamente maggiore alla percezione di stimoli minacciosi, con conseguente riduzione degli approcci al cibo (impegnarsi in risposte difensive adattive, sotto minaccia, accresce l'idoneità biologica). Tuttavia mentre le lesioni laterali delle aree orbitofrontali hanno portato ad un aumento delle risposte di difesa agli stimoli minacciosi, le lesioni mediali hanno prodotto aumenti nelle risposte di difesa anche in conseguenza della presentazioni di stimoli neutri (ansia generalizzata). Le scimmie, addestrate a recuperare una ricompensa in presenza di falsi predatori realizzati in gomma, dopo aver subito lesioni selettive alla corteccia orbitofrontale mediali o laterali hanno mostrato maggiore esitazione nel tentare l'approccio al cibo. Questo effetto è attribuibile agli accresciuti comportamenti difensivi e di evitamento conseguenti al danno subito nelle regioni orbitofrontali. Nel complesso, questi risultati suggeriscono che sintomi specifici di vari disturbi d'ansia possono derivare dalla disfunzione in diverse subregioni della corteccia orbitofrontale. Semplificando potremmo dire che, quando un animale (o un uomo) percepisce una minaccia, questa viene rilevata dall'amigdala e da alcune aree ad essa affini. Successivamente all'identificazione degli stimoli minacciosi, l'informazione viene passata per una ulteriore valutazione ad altre aree del cervello, che hanno il compito di cercare un compromesso tra la necessità di evitare il pericolo ed il bisogno di soddisfare le più urgenti esigenze biologiche. La corteccia orbitofrontale ha, presumibilmente, il compito di assicurarsi che uno stimolo identificato come pericoloso lo sia realmente. E, anche nel caso di pericolo, ha l'onere di identificare eventuali strategie per minimizzare i rischi e raggiungere comunque l'obbiettivo. Gli animali (e gli uomini) caratterizzati da una ridotta funzionalità delle aree orbitofrontali avranno più "paura" nell'affrontare stimoli minacciosi e, nel caso di  lesioni alle aree mediali, saranno spaventati anche da stimoli neutri. Pensando ai problemi d'ansia, alle fobie, al panico, ed in generale allo stress conseguente ad uno stato di allerta, mi viene sempre in mente l'immagine di un cervello iperattivo nella zona dell'amigdala e ipoattivo nella zona della corteccia prefrontale. In terapia, uno degli obbiettivi consiste proprio nell'allenare il cervello del paziente a nutrire (nel senso biologico del termine, facendo cioè affluire più sangue) le aree prefrontali ed a mettere a dieta l'amigdala. Link Fonte P.S.: Per chi fosse curioso, altre caratteristiche tipiche dei soggetti ansiosi sono:

  1. una maggiore attenzione alle minacce;
  2. una discriminazione carente fra minaccia e sicurezza;
  3. un aumento dell’evitamento delle possibili minacce;
  4. una sopravvalutazione della probabilità delle minacce e delle loro conseguenze;
  5. una esagerata reattività all’incertezza delle minacce; e
  6. un controllo comportamentale e cognitivo di fronte alle minacce.