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Chi trova un amico… produce meno cortisolo.

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Chi trova un amico trova un tesoro … e chi ha un amico vicino  nei momenti difficili gode di reali vantaggi fisiologici e psicologici.  Stando a quanto afferma una nuova ricerca, condotto presso la  Concordia University e pubblicata sulla rivista  Developmental Psychology, la presenza del migliore amico nei momenti difficili influisce in modo evidente e significativo sia sui livelli di cortisolo che sul livello di autostima di bambini in età scolare.

Il cortisolo è un ormone prodotto naturalmente dalla ghiandola surrenale in risposta diretta a situazioni di stress, i livelli di tale ormone sono dunque in gran parte influenzati dal contesto sociale e dal valore che attribuiamo alle esperienze che viviamo.

Avere il migliore amico vicino durante un evento spiacevole ha un impatto immediato e diretto sia sul corpo che sulla mente di un bambino. Se un bambino è solo  quando si mette nei guai,  ad esempio con un insegnante o con un compagno di classe, avrà una aumento misurabile dei livelli di cortisolo e una diminuzione dei sentimenti di autostima più marcati rispetto a quando si troverà ad affrontare la stessa situazione in compagnia di una persona fidata.

Hanno preso parte allo studio un totale di 55 ragazzi e 48 ragazze. I partecipanti hanno tenuto un diario nel quale hanno registrato sia i sentimenti che le esperienze vissute nel corso di quattro giorni, inoltre si sono sottoposti a regolari test della saliva per il monitoraggio dei livelli di cortisolo.

In precedenza  altri studi avevano dimostrato che un forte legame di amicizia può aiutare a proteggere da traumi psicologici conseguenti ad esperienze negative, ma questo studio è il primo a dimostrare definitivamente che la presenza di un amico, per un bambino,  si traduce in un beneficio immediato sia di tipo psicologico che fisiologico.

Inoltre l’autore della ricerca sottolinea che una eccessiva secrezione di cortisolo può portare a significativi cambiamenti fisiologici, compresa la soppressione immunitaria ed un minore sviluppo osseo.

Questi risultati possono avere implicazioni di vasta portata se si pensa a come le reazioni fisiologiche e psicologiche in risposta ad esperienze negative in età infantile spesso ci accompagnano nella vita adulta, magari trasformandosi i piccoli o grandi sintomi. Infondo, se iniziamo a percepire noi stessi come dotati di bassa autostima sin da piccoli, quella percezione con buona probabilità ci perseguiterà anche nella nostra vita “matura”.

Fonte: Concordia University (2012, January 26). What are friends for? Negating negativity.