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Come liberarsi dalla paura. Il ruolo della dopamina nell'ansia, nel disturbo post traumatico da stress e nelle fobie.

 

I meccanismi della paura
Scoperto il circuito cerebrale necessario per disimparare la paura. Quando il processo di estinzione o attenuazione della paura non avviene possono insorgere disturbi d'ansia, come il disturbo post traumatico da stress gli attacchi di panico o le fobie.

Come gli animali, anche le persone sviluppano risposte condizionate, specialmente quando sono coinvolte forti emozioni negative. L'esempio più noto di riflesso condizionato è rappresentato dal famoso esperimento di Pavlov: se facciamo ripetutamente precedere alla somministrazione di cibo il suono di una campanella l'animale assocerà, automaticamente, i due eventi ed inizierà a salivare, innescando quindi una reazione fisiologica involontaria, ogni volta che udirà il suono della campanella. Questo meccanismo associativo si manifesta anche nell'apprendimento della paura. Un esempio tipico è il seguente: un operaio lavora alla sua postazione ed il caporeparto, da diversi giorni, ha iniziato ad assumere un comportamento aggressivo nei confronti dell'operaio. Prima di ogni aggressione il caporeparto si avvicina alla postazione dell'operaio. A questo punto si è creata una associazione tra il comportamento di avvicinamento e la successiva aggressione. Nell'operaio i meccanismi fisiologici della paura ora si attivano non appena percepisce che il caporeparto si sta avvicinando. La paura, l'ansia, l'angoscia ritorneranno per settimane o mesi anche in assenza di reali aggressioni. Sarà sufficiente la semplice presenza fisica del caporeparto. E, solo a seguito di un numero sufficiente di verifiche positive (assenza di aggressioni) inizierà il processo di estinzione della paura. Il nostro cervello è programmato per creare velocemente associazioni tra minacce e stimoli ambientali, e allo stesso tempo per avere un atteggiamento di prudente verifica prima di considerare come sicuro uno stimolo precedentemente classificato come pericoloso. Il motivo che giustifica questo eccesso di zelo è evolutivamente chiaro: ai fini della sopravvivenza è meglio scappare cento volte, scambiando una corda per un serpente, piuttosto che rischiare di farsi mordere. Il problema è che, in un contesto dove le fonti di paura e di stress sono innumerevoli, a volte abbiamo l'impressione di essere costantemente spaventati. Sembra che ci sia sempre, la fuori, uno stimolo che in qualche modo il nostro cervello ha associato ad una possibile minaccia.

Cosa avviene quando smettiamo di avere paura?

Come già detto, normalmente le reazioni di paura si attenuano con il passare del tempo. O meglio con la dissociazione tra lo stimolo condizionato (l'avvicinarsi del caporeparto) e l'esperienza dolorosa (essere insultati o umiliati). Questo processo è chiamato estinzione della paura. Quando l'estinzione della paura non avviene normalmente si possono verificare disturbi d'ansia come il disturbo post traumatico da stress, gli attacchi di panico o le fobie. Per capire come il cervello reagisce sia in situazioni normali che patologiche, un gruppo di ricerca ha eseguito una serie di esperimenti sui topi. Il presupposto per l'estinzione di una paura è che l'animale deve, in qualche modo, riconoscere quando un evento spaventoso ed atteso, perché associato ad uno stimolo che lo precede, non si verifica più. Poiché è noto che alcuni neuroni dopaminergici dell'Area tegmentale ventrale (VTA) sono attivi quando l'animale non prevede eventi spiacevoli, gli esperimenti si sono concentrati sullo studio di queste cellule. Dopo aver condizionato i topi con un suono specifico, seguito da una leggere scossa elettrica, il gruppo di ricerca ha iniziato il processo di estinzione. Come previsto, quando il suono è stato ripetuto molte volte senza la scossa elettrica, i ratti hanno smesso di avere paura del suono. Tuttavia, quando i neuroni dopaminergici dell'Area tegmentale ventrale sono stati "messi a tacere", immediatamente dopo la produzione del suono, i topi non hanno più potuto disimparare la risposta alla paura. Ciò dimostra che l'attività dopaminergica nell'Area tegmentale ventrale, subito dopo la percezione dello stimolo condizionato, è necessaria per il processo di estinzione della paura.

Ma a cosa serve la dopamina nell'Area tegmentale ventrale?

Non tutti i neuroni dopaminergici dell'Area tegmentale ventrale sono collegati alle stesse regioni del cervello. Alcuni sono collegati a regioni note per il loro ruolo nella memorizzazione delle memorie di estinzione, altri sono connessi ad aree deputate all'apprendimento conseguente alla ricompensa. Attraverso tecniche basate sull'optogenetica i ricercatori hanno analizzato ciascuno di questi percorsi separatamente scoprendo che entrambi hanno influenzato l'estinzione della paura, ma in modi opposti: bloccare il percorso della ricompensa ha impedito l'estinzione della paura, mentre bloccare l'altra via, quella deputata alla  memorizzazione delle memorie di estinzione, ha migliorato il processo di estinzione della paura. Ora che sono stati identificati due percorsi dopaminergici specifici in grado di  regolare l'estinzione della paura il passo successivo consiste nell'identificare una strategia terapeutica in grado di agire in modo selettivo. In attesa di futuri sviluppi, della medicina e della farmacologia, restano comunque validi i protocolli psicologici, clinicamente dimostrati, basati sul principio dell'esposizione e della desensibilizzazione. Link Fonte