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Convivere con il dolore grazie alla consapevolezza.

Perché alcune persone riescono a sopportare il dolore meglio di altre? La sofferenza fisica o psicologica non ha su tutti lo stesso effetto. Qualcuno ne è schiacciato mentre altri riescono a resistere. È possibile imparare a convivere con il dolore?

Gestire il dolore con consapevolezza
La capacità di gestire il dolore sembra dipendere dal livello di consapevolezza individuale
, almeno stando a quanto riportato da un recente studio condotto presso la Wake Forest School of Medicine. Nell'articolo Neural Mechanisms Supporting the Relationship between Dispositional Mindfulness and Pain si afferma che la capacità di essere consapevoli nel momento presente, senza lasciarsi distrarre da valutazioni emotive o da giudizi di valore, è fortemente correlata con la capacità di sopportare i dolore. I soggetti più consapevoli, di fatto, percepiscono meno dolore. In questo studio si è cercato di verificare l'ipotesi secondo la quale i soggetti con livelli più alti di mindfulness disposizionale, cioè con l'innata propensione per la consapevolezza intenzionale, siano meno sensibili al dolore. Inoltre si è cercato di identificare i meccanismi neuronali alla base di tale fenomeno. 76 volontari sani, con nessuna esperienza di meditazione, sono stati valutati utilizzando l'inventario di Friburgo. Un test clinico per la misurazione del livello base di consapevolezza. Successivamente gli stessi soggetti sono stati sottoposti ad una stimolazione termica  dolorosa (circa 50° Celsius) mentre la loro attività cerebrale era scansionata con risonanza magnetica cerebrale. Dalla scansione cerebrale durante la somministrazione di uno stimolo doloroso emerge che livelli maggiori di consapevolezza (attenzione disposizionale) sono correlati ad una minore attività neuronale in un'area specifica del cervello, nella corteccia cingolata posteriore. Inoltre si è notato che nei soggetti, i quali dichiaravano di percepire maggiore dolore, questa area risultava notevolmente più attiva. La corteccia cingolata posteriore è un nodo nevralgico del default mode network. La default mode network si estende dalla corteccia cingolata posteriore alla corteccia prefrontale mediale. Le informazioni che rimbalzano avanti e indietro passando per queste aree sono associate all'elaborazione del senso del sé e allo stato tipico di una mente che "vaga". Non appena decidiamo di concentrare la nostra attenzione su un compito specifico la connessione tra queste regioni cerebrali si interrompe e le risorse vengono dirottate per supportare le aree cerebrali necessarie allo svolgimento dell'attività in questione. La default mode network si disattiva ogni volta che decidiamo di impegnarci in un qualsiasi tipo di attività, e si riattiva ad ogni momento di pausa. Provate a pensare a quando da piccoli eravate in classe e, invece di seguire la lezione, guardavate sognanti fuori dalla finestra, ecco in quel momento la vostra default mode network andava a pieno regime. Gli individui consapevoli, quelli che sono presenti a se stessi e non lasciano la mente libera di vagare, sembrano essere meno coinvolti nell'esperienza del dolore. Maggiore consapevolezza equivale a minore percezione del dolore. O, per dirla in termini più formali, uno stato di maggiore consapevolezza è associato ad una minore attività della default mode network, e nello specifico della corteccia cingolata posteriore. Una minore attivazione della corteccia cingolata posteriore è associata a livelli più bassi di percezione del dolore. È noto che la consapevolezza può essere allenata grazie a brevi sessioni di meditazione. Basta meno di un quarto d'ora al giorno, tutti i giorni, per ottenere enormi risultati. Che altro dire, meditate ... meditate ... (soprattutto se dovete gestire una qualche forma di dolore cronico) Link Fonte