Ultimo aggiornamento:

Depressione: news dal web dal 6 al 12 Giugno 2010

Tso-elettroshock
La notizie principali della settimana sono relative al dibattito sulle ipotesi di intervento per gestire il problema della depressione post partum. Ecco l'elenco delle News proposte:

 

  • Depressione post partum: Tso, elettroshock o … ?
  • La televisione favorisce stati d’animo depressivi.
  • La meditazione è utile contro la depressione associata al dolore cronico.

 

 

Depressione post partum: Tso, elettroshock o … ?

Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di neuroscienze del Fatebenefratelli di Milano, si dichiara contrario sia all’uso di trattamento sanitario obbligatorio (Tso) sia all'elettrochock per risolvere i casi più gravi di depressione post partum. Le due ipotesi di trattamento erano state proposte rispettivamente dai ginecologi della società italiana di ginecologia (Sigo) e dallo psichiatra Giovanni Battista Cassano.
Mencacci ha sottoposto al ministro della Salute, Ferruccio Fazio, un piano di intervento “dolce” basato sulla prevenzione. È prevista una campagna di sensibilizzazione, necessaria per far comprendere alle famiglie che non bisogna sottovalutare il problema. Ha creato al Fatebenefratelli un centro specializzato nella cura del maternity blues. Il protocollo prevede anche la somministrazione di un semplice questionario per individuare fattori di rischio e la predisposizione a comportamenti pericolosi. Ovviamente, essendo il questionario uno strumento fondato sulle dichiarazioni spontanee, rimane il problema di superare la vergogna della donna nell’ammettere sentimenti poco consoni ad un momento che la società descrive come idilliaco e felice.
La posizione del ministro della Salute, Ferruccio Fazio, in risposta alla proposta lanciata dai ginecologi è di inquadrare il problema della depressione post-partum nell’ambito di una più generale discussione sulla legge Basaglia: “non credo sia appropriato affrontare tali problemi separatamente, ora li stiamo affrontando nella maniera giusta, nel loro complesso, e credo che la sede più appropriata sia il Parlamento, in particolare la Camera dei deputati nell’ambito della legge Ciccioli (Pdl)”.
Mi permetto di ricordare che, stando alle ultime ricerche, di depressione post partum sembrano soffrire anche gli uomini e le mamme adottive. Questi dati mettono in evidenza il fatto che gli “squilibri ormonali” sono solo una parte del problema, che al contrario è da considerarsi correlato con il riassetto delle dinamiche relazionali della coppia. Inoltre come descritto nell’articolo pubblicato sul Riformista non vanno tralasciati i fattori socio economici che sembrano legare le ultime storie di cronaca nera. Sempre dal medesimo articolo mi sento di condividere il pensiero secondo il quale l’unico merito della proposta della Società dei ginecologi sia quello di aver posto (o ri-proposto) con forza il problema della depressione post partum all’attenzione dell’opinione pubblica.  [Fonte: www.corriere.it] [Fonte www.quotidianosanita.it]


 

La televisione favorisce stati d’animo depressivi.

I ricercatori dell'Università del Maryland, in un grande studio statistico, hanno esaminato i questionari di  oltre 30.000 soggetti arrivando alla conclusione che a parità di condizione sociale, età, cultura, sesso e altri fattori, chi soffre di stati depressivi o di comune tristezza vede in media il 20% in più di televisione rispetto agli altri. Anche se rimane incerta la natura del rapporto di causa effetto: è la depressione che ci spinge a guardare la tv o la tv che ci deprime? Quello che è sicuro è che la Tv non può in alcun modo aiutare le persone che vivono una condizione di disagio emotivo. I motivi  sono essenzialmente due: da una parte il fatto che la televisione ci costringe a una forma di passività che esclude i rapporti sociali; dall'altro, il fatto che i programmi a cui si assiste davanti alla Tv spesso producono una serie di ambizioni frustrate o ad aspirazioni irrealizzabili. [Fonte: italiasalute.leonardo.it]


 

La meditazione è utile contro la depressione associata al dolore cronico.

Il risultato dello studio condotto dell'Università di Manchester e pubblicato dalla rivista Pain conferma l’ipotesi che la meditazione sia in grado di modificare il cervello. Il quale, se allenato a meditare, si concentra maggiormente sul presente ed è meno incline ad anticipare gli eventi negativi futuri. Questo potrebbe spiegare perché  la meditazione è efficace nel ridurre la depressione associata al dolore cronico.
Quindi la meditazione riduce l'impatto emozionale del dolore perché il cervello “anticipa” l'arrivo della sensazione ma si attiva in modo meno intenso.  [Fonte: www.salute.agi.it]