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Il nostro cervello ha una vera ossessione per le relazioni sociali, non riesce a smettere di pensarci.

cervello e relazioni sociali
A cosa pensi quando sei seduto sul divano e cerchi di riposare? Di che cosa parla quella vocina interna che non smette mai di argomentare? Nella maggior parte dei casi siamo impegnati in "calcoli sociali".

Il nostro cervello elabora costantemente dati relativi al contesto sociale e relazionale, e lo fa anche quando noi (la nostra parte cosciente) siamo convinti di essere a riposo. Un recente studio dimostra, per la prima volta in modo empirico, che il nostro cervello è alle prese con valutazioni relative al comportamento sociale anche quando siamo a riposo. Le regioni cerebrali che si attivano, aumentando la reciproca connettività, durante le interazioni sociali, la corteccia prefrontale mediale (MPFC) e la giunzione temporoparietale (TPJ), sono da tempo note per attivarsi spontaneamente anche in condizioni di riposo. Questo tipo di attivazione spontanea non è mai stata del tutto compresa. La corteccia prefrontale mediale e la giunzione temporoparietale fanno parte di quella che viene definita rete di default, o più precisamente  default mode network. Questa rete di connessioni è quella che risulta attiva nel cervello quando un soggetto non è coinvolto in nessuna attività specifica, quando è a riposo. Da ricerche condotte in precedenza sappiamo che queste due regioni tendono a sperimentare un picco spontaneo nella connettività durante il riposo, tuttavia a questa attività neuronale, fino ad ora, non si era potuto attribuire un significato preciso. In questo studio si è cercato di verificare se l'attività di queste regioni fosse connessa con il consolidamento di informazioni relative al contesto sociale. 19 volontari sono stati invitati a completare attività di tipo sociale e non sociale durante sessioni di scansione con risonanza magnetica funzionale (fMRI). Le scansioni avvenivano prima e dopo i compiti: la scansione prima del compito serviva da base-line, quella successiva al compito analizzava le differenze di attivazione cerebrale nella fase di riposo successiva all'esposizione a contesti sociali e non sociali. I compiti di "codifica sociale" richiedevano valutazioni della personalità di un individuo mostrato in foto. Ai soggetti veniva chiesto di valutare le caratteristiche professionali, affettive, e comportamentali sulla base di una prima impressione. I compiti di "codifica non sociale" richiedevano valutazioni relative all'osservazione di luoghi. I partecipanti hanno "codificato " 60 prove sociali e 60 prove non sociali. I risultati mostrano che durante il periodo di riposo che ha seguito la codifica sociale c'è stato un aumento della connettività tra la corteccia prefrontale mediale e le regioni della giunzione tempoparietale. Si è notato inoltre che maggiore è la connettività tra queste due regioni e migliore è la prestazione nei compiti di "memoria sociale". Lo studio dimostra che il cervello, non appena può, utilizza i momenti di riposo per consolidare le informazioni inerenti le dinamiche sociali. Tali informazioni vengono elaborate, spesso in assenza di consapevolezza cosciente, nei momenti immediatamente successivi alla codifica di nuovi dati. Link Fonte