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Il ritorno dell’isteria: sintomi spesso confusi con l’epilessia sono in realtà legati ad una scarsa gestione dello stress.

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Un gruppo di psicologi e psichiatri del Johns Hopkins Hospital afferma che più di un terzo dei pazienti ricoverati a causa di sintomatologie epilettiche in realtà risulta essere affetto da disturbi psicologici, non riconducibili a disfunzioni organiche.

La diagnosi in questi casi si trasforma in psychogenic non-epileptic seizures (PNES).

In base all’ICD-10 (Decima revisione della classificazione internazionale delle sindromi e dei disturbi psichici e comportamentali) tale disturbo rientra tra le sindromi dissociative (da conversione), codice F44 e nello specifico si identifica nella definizione di  Convulsioni Dissociative (F44.5): “le convulsioni dissociative (pseudo - convulsioni) possono riprodurre molto fedelmente le convulsioni epilettiche in termini di movimenti, ma nella convulsione psicogena sono rare la morsicatura della lingua, le gravi contusioni dovute alla caduta e l’incontinenza delle urine. Inoltre la perdita di coscienza è assente o è sostituita da uno stato di stupore o di trance”.

Un altro indizio utile per la diagnosi differenziale consiste nella constatazione che i farmaci antiepilettici risultano inefficaci nel contenere la sintomatologia.

Nel DSM-IV si fa riferimento ai Disturbi di Conversione F44.x [300.11].

La caratteristica essenziale del Disturbo di Conversione è la presenza di sintomi o di deficit riguardanti le funzioni motorie volontarie o sensitive, che suggeriscono una condizione neurologica o un’altra condizione medica generale, e per questo motivo vengono definiti pseudo-neurologici.

Tradizionalmente il termine conversione deriva dalla ipotesi che il sintomo somatico presentato dal soggetto rappresenta la risoluzione simbolica di un conflitto psicologico inconscio, che riduce l’ansia e che serve a tenere il conflitto fuori dalla coscienza (“guadagno primario”). Il soggetto può trarre dal sintomo di conversione anche un “guadagno secondario”, il che significa che possono essere ottenuti benefici esterni o evitati impegni e responsabilità sgraditi.

Per quanto il soggetto possa trarre un guadagno secondario dal sintomo di conversione, diversamente dalla Simulazione e dai Disturbi Fittizi i sintomi non sono prodotti intenzionalmente per ottenere dei benefici.

Nel caso specifico menzionato dai ricercatori del Johns Hopkins Hospital si parla del sottotipo con Attacchi Epilettiformi o Convulsioni F44.5. Questo sottotipo comprende attacchi epilettiformi o convulsioni con componenti motorie volontarie o sensitive.

I ricercatori affermano che la percentuale di diagnosi di disturbo di conversione, disturbo che in passato prendeva il nome di isteria, sta progressivamente aumentando.

Le persone a rischio sono in genere altamente suggestionabile, ed è per questo motivo che tendenzialmente i medici cercano di non fare troppa pubblicità a questa tipologia di disturbi.

Inoltre, in base alle ultime ricerche, sembra che i soggetti con PNES non abbiano sviluppato tale sintomatologia a causa di traumi o eventi particolarmente stressanti, ma come conseguenza di meccanismi meno efficaci per la gestione dello stress.

Per lo studio, pubblicato online nella rivista Seizure, i ricercatori hanno valutato 40 pazienti con PNES, 20 soggetti epilettici e 40 volontari sani come gruppo di controllo.

A tutti è stato chiesto di indicare la frequenza di eventi di vita stressanti, positivi o negativi, accaduti loro nel corso degli ultimi cinque anni. Per ogni evento oggettivo dovevano inoltre fornire una valutazione della loro risposta emotiva.

Ogni gruppo ha riportato all'incirca lo stesso numero di eventi, ma il gruppo PNES ha indicato livelli di stress molto più elevati rispetto agli altri due gruppi.

I soggetti con disturbi “isterici” hanno mostrato maggiori difficoltà degli altri nella pianificazione di strategie utili a gestire situazioni stressanti.

Inoltre coloro che hanno utilizzato la negazione, cioè il mancato riconoscimento dei fattori di stress, hanno sperimentato maggiori difficoltà rispetto a chi non ha fatto uso di questo meccanismo di difesa. Ciò evidenzia l’inefficacia della negazione come strategia per affrontare l’ansia.

Nonostante il costante aumento di soggetti con disturbo di conversione, la buona notizia è che quando viene detto loro che non hanno l’epilessia, i sintomi “isterici” rapidamente scompaiono (o meglio, cambiano forma).

Tuttavia una cattiva diagnosi può costare al paziente anni in inutili trattamenti per l’epilessia. In uno studio pubblicato su Neurology nel 2005, i tracciati di 46 pazienti scelti a caso sono stati erroneamente interpretati come epilessia nel 54% dei casi!

Fonte: Johns Hopkins Medicine (2012, April 10). Symptoms that mimic epilepsy linked to stress, poor coping skills.