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Quando la realtà ci spaventa possiamo stare meglio grazie all'immaginazione.

il potere dell'immaginazione

Grazie al potere dell'immaginazione è possibile associare i sentimenti positivi che proviamo per una persona cara ad un qualsiasi luogo precedentemente considerato anonimo. Immaginando di incontrare una persona amata in un contesto neutrale rendiamo automaticamente speciale anche quel luogo.

Ci sono luoghi unici: il giardino dove giocavamo da piccoli, il muretto vicino casa dove abbiamo dato il primo bacio, la strada che facevamo con gli amici tutti i giorni d'estate al ritorno dal mare. Quei luoghi, che ad un osservatore esterno appaiono anonimi e insignificanti, per noi sono indelebilmente associati a momenti speciali della nostra vita. Le esperienze che abbiamo vissuto hanno colorato per sempre quei posti di tinte vivaci ed indelebili. Il nostro atteggiamento nei confronti di quegli ambienti cambia improvvisamente, il luogo stesso diventa prezioso perché ai nostri occhi si è trasformato in un custode dei ricordi più cari. Questo fenomeno è talmente naturale che viene quasi dato per scontato. Tuttavia alla base di queste sensazioni ci sono gli stessi meccanismi psicologici (o meglio neuronali) coinvolti in fenomeni apparentemente lontani come le dipendenze da sostanze stupefacenti, gli attacchi di panico e varie forme di ansia e di fobia. Dal punto di vista neuronale il legame che unisce il primo bacio al luogo dove è stato dato si potrebbe riassumere in questo modo: i neuroni che scaricano insieme si potenziano insieme. La tempesta sinaptica legata all'emozione del primo bacio è per sempre legata ad alcuni dettagli ambientali (a loro volta tradotti in specifiche configurazioni di scariche neuronali) del luogo dove è stato dato. Alcuni scienziati curiosi si sono chiesti se questo fenomeno si possa innescare anche in assenza di una esperienza diretta, solo grazie alla semplice immaginazione. Per rispondere a questa domanda hanno progettato un esperimento. Ad una serie di volontari è stato chiesto di fare un elenco delle persone "amate" ed un elenco delle persone "sgradevoli" e di indicare una serie di luoghi fisici affettivamente neutri. In un secondo momento, quando i soggetti erano già distesi nello scanner per la risonanza magnetica funzionale, è stato chiesto loro di di immaginare vividamente di passare del tempo con una delle persone amate in uno dei luoghi precedentemente indicati come neutrali. Analizzando i dati provenienti dalle scansioni della risonanza magnetica funzionale i ricercatori sono stati in gradi di affermare che gli atteggiamenti dei partecipanti nei confronti dei luoghi indicati come neutrali erano cambiati. I luoghi neutrali apparivano ora, al cervello dei soggetti, come maggiormente desiderabili . Immaginare di interagire con una persona molto amata in un luogo neutrale può trasferire il valore emotivo della persona su quel luogo. Il luogo è successivamente percepito dal cervello (non necessariamente a livello conscio) come connotato di caratteristiche positive, gradevoli, desiderabili. Utilizzando i dati della risonanza magnetica, i ricercatori sono stati in grado di mostrare come funziona questo meccanismo scoprendo che la corteccia prefrontale ventromediale svolge un ruolo importante in questo fenomeno. È nella corteccia prefrontale ventromediale che vengono archiviate le informazioni sulle singole persone e sui luoghi del nostro ambiente. Ma, questa stessa area cerebrale, ha anche il compito di "valutare l'importanza" sia delle persone che dei luoghi. In questa regione vengono quindi riunite le rappresentazioni del nostro ambiente al fine di formare un quando completo. In effetti, quando i partecipanti pensavano ad una persona amata con maggiore intensità gli scienziati hanno notato una notevole attività nelle aree della corteccia prefrontale ventromediale. Ora, per il principio secondo il quale i neuroni che scaricano insieme si potenziano insieme, l'iper attivazione legata alla persona amata, immaginata in un contesto neutrale, iper attiverà automaticamente anche le tracce mnestiche associate a quel luogo trasformando, di conseguenza, un luogo comune in un luogo speciale. La capacità umana di sperimentare eventi ipotetici attraverso l'immaginazione ed il modo in cui apprendiamo anche dagli eventi solo immaginati è uno strumento che, se non governato (ad esempio nel caso della ruminazione), può portarci verso condizioni fortemente sgradevoli come l'ansia generalizzata. Il potere di contagiare, grazie alla sola immaginazione, elementi neutri del nostro ambiente (luoghi o persone) con i colori allegri o tristi dell'affettività legata ad altri oggetti mentali può essere la più terribile delle maledizioni come la più efficace tra le terapie. O, per dirla con maggiore poesia posiamo citare le parole di John Milton in Paradise Lost:

The mind is its own place, and in itself Can make a Heaven of Hell, a Hell of Heaven

o i versi della poesia Invictus di William Ernest Henley

Dalla notte che mi avvolge, nera come la fossa dell'Inferno, rendo grazie a qualunque Dio ci sia per la mia anima invincibile. La morsa feroce degli eventi non m'ha tratto smorfia o grido. Sferzata a sangue dalla sorte non s'è piegata la mia testa. Di là da questo luogo d'ira e di lacrime si staglia solo l'orrore della fine. Ma in faccia agli anni che minacciano, sono e sarò sempre imperturbato. Non importa quanto angusta sia la porta, quanto impietosa la sentenza, io sono il padrone del mio destino, il capitano della mia anima.

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