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Strategie efficaci contro la solitudine.

Immagine di isolamento sociale
La strategia migliore per combattere la solitudine e la tristezza consiste nel modificare la percezione che si ha di se stessi e degli altri. Questa è la conclusione di una vasta analisi quantitativa di venti ricerche precedenti sul problema dell’isolamento sociale e del senso di solitudine. Aver identificato la strategia migliore potrà favorire, in futuro, la messa in atto di trattamento adeguati per un problema che è correlato direttamente con  disturbi cardiaci, pressione sanguigna, qualità del sonno, demenza ecc…
Ciò fa del senso di isolamento un fattore di rischio per la salute paragonabile all’obesità o alla dipendenza da nicotina.
“Le persone sono sempre più isolate, e questo problema sembra sia destinato ad aumentare”, ha dichiarato John Cacioppo, Professore di Psicologia presso l'Università di Chicago. “Se sappiamo che la solitudine è correlata a problemi di salute, la domanda seguente è che cosa possiamo fare per ridurla.”

Per determinare il metodo più efficace per ridurre la solitudine, Cacioppo e un team di ricercatori dell'Università di Chicago, hanno esaminato la lunga storia delle ricerche compiute su questo argomento.

 

La loro analisi quantitativa, pubblicata sulla rivista Personality and Social Psychology Review, ha evidenziato che i migliori interventi sono quelli che vanno a modificare la percezione che i singoli individui hanno di se stessi e delle loro relazioni piuttosto che gli interventi che forniscono  nuove competenze sociali o maggiori opportunità di condivisione ed interazione.

Le strategie di intervento degli studi analizzati possono essere divise in quattro categorie: potenziamento delle competenze sociali, sostegno sociale, creazione di nuove opportunità di interazioni sociali e rielaborazione della percezione sociale dei singoli individui.

Quando i ricercatori hanno raccolto i dati dei venti studi che hanno impiegato le metodologie scientifiche più rigorose, hanno trovato un piccolo ma significativo effetto sulla riduzione della solitudine. Suddividendo poi in base alle strategie utilizzate per affrontare il problema si sono accorti che agire sulla percezione che gli individui hanno di se e degli altri, sul come gli individui “si vedono” e “vedono gli altri” è di gran lunga l’approccio migliore per interrompere il ciclo di pensieri negativi che è alla base del senso di solitudine.

“Gli interventi efficaci non consistono nel fornire persone con le quali interagire, nel dare supporto sociale, o insegare nuove tecniche di interazione, ma nel modificare la percezione (spesso negativa) che la gente ha di se e degli altri” afferma Cacioppo.

L’analisi ha inoltre evidenziato che gli interventi di gruppo non sono migliori rispetto agli interventi individuali. Diversi studi hanno dimostrato che le persone che si sentono sole hanno assunzioni errate su se stesse e su come le altre persone le percepiscono. Se si mettono insieme un gruppo di tali individui, è più probabile che tali assunzioni errate si auto amplifichino rendendo più difficile il lavorare con le specifiche convinzioni negative di ogni soggetto.

Fonte: University of Chicago Medical Center (2010, September 8). Addressing negative thoughts most effective in fighting loneliness.