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Video giochi e TV aumentano il rischio di sviluppare un disturbo dell’attenzione.

Foto bambina che gioca
Uno studio dimostra che guardare la TV e giocare con i video games contribuisce ad aumentare i problemi di attenzione nei bambini.

I genitori che vogliono che i loro figli siano capaci di mantenere un maggiore livello di attenzione, sia a casa sia a scuola, dovrebbero provare a limitare il tempo che i bambini passano davanti alla televisione o giocando con i video giochi. Questo perché uno studio condotto da tre psicologi della Iowa State University conferma l’ipotesi che, sia un abuso di televisione, sia un uso eccessivo di video giochi sarebbe associato con l’aumento dei disturbi dell’attenzione nei giovani.

La ricerca, che riguarda un campione di giovani di età compresa far chi frequenta le elementari e chi già è all’università, evidenzia che i soggetti che passano più di due ore al giorno (indicate come limite massimo dall’American Academy of Pediatrics) davanti allo schermo televisivo o del PC hanno una probabilità doppia di sviluppare un disturbo dell’attenzione.

Edward Swing, uno dei ricercatori coinvolti nello studio, afferma che “non c’è un numero preciso di ore oltre le quali si rischia di favorire l’insorgere del disturbo dell’attenzione, ma la raccomandazione dell’Accademia Americana dei Pediatri di non oltrepassare le due ore può essere preso come punto di riferimento”.

“La maggior parte dei bambini comunque supera di molto questo limite. Nel campione analizzato, il tempo medio totale che i ragazzi hanno passato con televisione e videogiochi è 4,26 ore al giorno, che in realtà è basso rispetto alla media nazionale”.

I ricercatori hanno esaminato 1.323 bambini  e 210 studenti del college per più di 13 mesi, utilizzando i resoconti dei genitori e dei bambini per quanto riguarda le abitudini inerenti videogiochi e televisione, e gli insegnanti per quanto riguarda eventuali evidenze di problemi di attenzione.

Una precedente ricerca aveva associato la visione della televisione con i problemi di attenzione nei bambini. Il nuovo studio ha evidenziato effetti simili provocati dalle quantità di tempo trascorso con i videogiochi.

Swing afferma che “non è ancora chiaro il motivo per il quale i media possono favorire il disturbo dell’attenzione ma molti ricercatori ipotizzano sia legato al ritmo pressante necessario a catturare l’attenzione dello spettatore/giocatore”.

Il ritmo della programmazione televisiva è stato accelerato dall’effetto MTV, dove la presentazione di video musicali è stata associata ad una velocità molto elevata di tagli nelle scene (passaggio da una scena all’altra). Questo stile ha influenzato con il tempo anche altri tipi di programmi come film, telefilm e cartoni animati.

Gli studi sul cervello dimostrano che “il cervello diventa ciò che il cervello fa”. Se alleniamo il cervello di un bambino ad una costante stimolazione di luci, suoni, inquadrature, e feedback immediati, come avviene nei video giochi o in alcuni programmi televisivi, quando poi chiediamo allo stesso bambino di starsene seduto in classe di fronte ad una insegnate di matematica, sarà difficile fare in modo che mantenga la stessa attenzione.

 

Sulla base dei risultati dello studio, Swing e Gentile concludono che la televisione e videogiochi rappresentano due fattori che contribuiscono allo sviluppo del disturbo da deficit di attenzione / iperattività (ADHD) nei bambini.

Sappiamo che il cervello si adatta e cambia in base agli stimoli ambientali ai quali è esposto con maggiore frequenza. Pertanto, non è irragionevole ritenere che gli stimoli ambientali possono aumentare il rischio di una condizione medica come l’ADHD nello stesso modo con li quale gli stimoli ambientali, come il fumo di sigarette, possono aumentare il rischio di cancro. Ovviamente nel caso dell’ADHD televisione e video games non sono gli unici fattori coinvolti.

Fonte: Iowa State University (2010, July 6). TV viewing, video game play contribute to kids' attention problems, study finds.