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Nuova tecnica per migliorare la precisione dell'impianto di elettrodi usati per la stimolazione profonda nel cervello di soggetti affetti dal Morbo di Parkkinson.

Stimolazione elettrica Parkinson
La stimolazione cerebrale attraverso elettrodi riesce ad interrompere uno dei sintomi più fastidiosi del morbo di Parkinson, il tremore.

Ma il posizionamento degli elettrodi nel cervello deve essere fatto in modo estremamente preciso per evitare effetti collaterali non desiderabili, per fare ciò è stato recentemente sviluppato un metodo di localizzazione dell'area motoria dei nuclei subtalamici attraverso una procedura non invasiva.

I ricercatori hanno trovato un sistema ingegnoso per localizzare questa “area magica” attraverso l'uso della risonanza magnetica. La stimolazione profonda attraverso elettrodi è in uso sin dal 1980 su pazienti affetti dal morbo di Parkinson in forma grave.

I sintomi di questa patologia non curabile includono tremori alle braccia e alle gambe.

Nella tecnica della stimolazione profonda attraverso elettrodi, un elettrodo viene introdotto nel nucleo subtalamico del cervello del paziente, un'area della dimensione di una nocciolina.

Le pulsazioni elettriche generate dall’elettrodo riescono ad interrompere quasi completamente i tremori.

Ma molto spesso si verificano effetti collaterali, che vanno dalla perdita di memoria ad anomalie comportamentali ed emotive come la depressione, l'estrema suscettibilità ed una particolare propensione a comportamenti assimilabili alla dipendenza (vedi gioco d'azzardo).

Questo perché la pulsazione non stimola soltanto l'area motoria della zona del nucleo subtalamico, ma anche l'area associata con le emozioni ed il pensiero.

È quindi comprensibile l'importanza del posizionamento preciso dell'elettrodo: non semplicemente nel nucleo subtalamico, ma nella giusta parte, che fa capo all'area motoria.

Ma come è possibile identificare chiaramente dove si trova quest'area all'interno del cervello di un paziente?

Attraverso questa nuova tecnica, per la prima volta, è possibile ottenere in modo non invasivo immagini delle differenti aree del nucleo subtalamico.

Attraverso la semplice risonanza magnetica rimane difficile ottenere un'immagine precisa della posizione esatta del nucleo, perché è circondato da troppo tessuto cerebrale.

Ma, nonostante ciò, è stato possibile identificarlo con precisione seguendo le strade che portano ad esso.

Attraverso una procedura abbastanza complicata è possibile ottenere delle immagini delle strutture attraverso le quali si muovono le molecole d'acqua nel cervello. In questo modo è possibile evidenziare i percorsi che attraversano le aree cerebrali, come se fossero le strade che collegano diverse città all'interno di una mappa.

È quindi possibile identificare l'area motoria del nucleo subtalamico seguendo le fibre che vanno dalle aree motorie di altre parti del cervello alla zona del nucleo subtalamico specifica per il movimento, in questo modo è possibile capire quale parte del nucleo ospita l'area motoria.

È come se cercassimo una città che è stata cancellata dalla mappa, il convergere di più strade in un determinato punto ci darà comunque la posizione esatta del luogo nascosto.

Questa ricerca rappresenta ovviamente un passo avanti per un trattamento maggiormente efficace dei sintomi motori causati dal morbo di Parkinson.

Grazie a questa nuova metodologia, in un prossimo futuro sarà possibile indicare con esattezza ai neuro chirurghi, prima dell'operazione, dove esattamente introdurre gli elettrodi per ottenere risultati ottimali con il minor numero di effetti collaterali.

Al momento però le ricerche sono state effettuate esclusivamente su pazienti sani, è necessario quindi testare questa nuova metodologia con pazienti già affetti dal morbo di Parkinson, magari ad uno stadio avanzato.

Non è infatti scontato che il cervello dei pazienti affetti da morbo di Parkinson appaia, attraverso le immagini della risonanza magnetica, allo stesso modo del cervello di pazienti sani.

Fonte: Eindhoven University of Technology (2011, September 7). Exact brain electrode placement for Parkinson’s patients now possible; Research opens the way to more precise deep brain stimulation.