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Termometro biologico: percepiamo il freddo grazie a una proteina

Ricercatori dell'Università del Michigan hanno identificato la proteina responsabile della sensazione di freddo nei mammiferi, colmando una lacuna di conoscenza di vecchia data nel campo della biologia sensoriale. Questa scoperta potrebbe aiutarci a capire come percepiamo e soffriamo il freddo invernale, e perché alcuni pazienti sperimentano il freddo in modo diverso in particolari condizioni di malattia.

  1. Recettori del freddo: Fino a poco tempo fa, non si conosceva la proteina responsabile della percezione del freddo nei mammiferi al di sotto di una certa temperatura (circa 15 gradi centigradi).
  2. Proteina GluK2: I ricercatori hanno scoperto che la proteina GluK2 è essenziale per percepire il freddo intenso.
  3. Funzione doppia della GluK2: Questa proteina svolge un ruolo duplice: nel cervello riceve segnali chimici per la comunicazione neuronale, mentre nel sistema nervoso periferico è deputata alla percezione del freddo.
  4. Sensibilità al freddo e salute: La scoperta potrebbe aiutare a comprendere perché alcuni pazienti, come quelli sottoposti a chemioterapia, provano dolore al freddo.
  5. Possibili terapie per il dolore legato al freddo: Identificando il ruolo della GluK2, si aprono nuove strade per sviluppare trattamenti mirati per alleviare il dolore causato dal freddo eccessivo.

 

Svelato il mistero del freddo: scoperta la proteina responsabile della sensazione di freddo intenso

Per anni, scienziati e ricercatori hanno cercato di svelare il meccanismo alla base della percezione del freddo intenso nei mammiferi. Finalmente, un team di ricerca dell'Università del Michigan è riuscito a identificare la proteina chiave coinvolta in questo processo: si chiama GluK2.

Già in passato erano stati individuati i recettori per il calore e per il tiepido, ma il tassello mancante riguardava la fascia di temperature fredde, in particolare al di sotto dei 15 gradi centigradi. Questo importante risultato, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Neuroscience, potrebbe avere implicazioni sia per la nostra comprensione di base dei sensi umani sia per lo sviluppo di nuovi trattamenti terapeutici.

Come percepiamo il freddo? Il ruolo fondamentale della proteina GluK2

La nostra percezione del mondo esterno avviene grazie a una rete intricata di organi sensoriali che inviano segnali elettrici al cervello. Nel caso del freddo, la proteina GluK2 gioca un ruolo fondamentale. Essa si trova principalmente sui neuroni presenti sia nel cervello che nel sistema nervoso periferico, ovvero al di fuori del cervello e del midollo spinale.

Finora si conosceva principalmente la funzione della GluK2 nel cervello, dove riceve segnali chimici per facilitare la comunicazione tra i neuroni. La scoperta recente dimostra però che questa proteina ha una duplice funzione: nel sistema nervoso periferico, infatti, la GluK2 è responsabile della percezione del freddo intenso.

Perché è importante questa scoperta?

L'identificazione della proteina GluK2 come recettore del freddo rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione dei meccanismi sensoriali. Questo risultato potrebbe inoltre avere ricadute positive in ambito sanitario. Ad esempio, alcuni pazienti sottoposti a chemioterapia lamentano una maggiore sensibilità al freddo, che può diventare fastidiosa e dolorosa. Studiando il ruolo della GluK2 in queste situazioni, si potrebbero sviluppare nuovi farmaci per alleviare questo tipo di dolore.

Secondo il professor Xu, uno degli autori principali dello studio, la funzione di GluK2 come recettore del freddo potrebbe essere addirittura la sua funzione originaria. Infatti, questa proteina ha antenati che risalgono a organismi unicellulari come i batteri, i quali non possiedono un cervello. "Un batterio non ha bisogno di ricevere segnali chimici da altri neuroni", spiega Xu, "ma ha sicuramente bisogno di percepire l'ambiente circostante, e il freddo potrebbe essere stato uno dei primi stimoli importanti per queste forme di vita primitive".

La scoperta potrebbe quindi fornirci informazioni preziose sull'evoluzione dei sensi e su come gli organismi viventi si sono adattati a percepire l'ambiente circostante.

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